editoriale

ITALIANS DO IT BETTER?

Ben vengano le inchieste nel mondo del calcio. Se durante Calciopoli fossero esistite più penne con gli attributi forse adesso staremmo ricordando una situazione archiviata con modalità differenti. E invece non solo in quel periodo storico...

Sabine Bertagna

Ben vengano le inchieste nel mondo del calcio. Se durante Calciopoli fossero esistite più penne con gli attributi forse adesso staremmo ricordando una situazione archiviata con modalità differenti. E invece non solo in quel periodo storico gli attributi latitavano alla grande, per di più alcune penne si dimostrarono conniventi. Amiche del sistema. Del conflitto di interessi nel giornalismo si parla fin troppo poco. Ma tant'è. Oggi compriamo la Gazzetta dello Sport e leggiamo la terza puntata dell'inchiesta sul nostro calcio che sta male. I fatti? Una nazionale pessima eliminata al primo turno del Mondiale e tanti giovani che fanno la valigia ed emigrano all'estero. Anche il nostro giornalismo però non sta benissimo.

In poche parole (l'inchiesta copre un paio di pagine) uno dei mali della nostra serie A sarebbe rappresentato dagli stranieri. Più scadenti degli italiani. Noi dell'Inter (e lo scrivo con orgoglio) non abbiamo mai fatto di queste distinzioni perché la nostra storia ci ha sempre solo insegnato a distinguere tra una maglia nerazzurra e quella di un colore diverso. Pertanto che la nostra sia la squadra con la maggiore percentuale di stranieri non ci stupisce, né ci indigna. Ci incuriosisce invece che improvvisamente i calciatori stranieri possano essere il motivo per il quale il nostro calcio fatichi ad affermarsi. Una teoria della quale non c'era traccia negli anni di Ibra, quando il Milan era degli olandesi o trascinato da Kakà, l'Inter fortezza dei tedeschi o quella vincitrice del Triplete. Infine nella stagione appena terminata, non si è mai letto di una Juventus di Pogba e Tevez in ottica dispregiativa. Quando si vinceva, insomma, lo straniero era bravo e buono.

Il problema non sarà forse un altro? Per esempio, quanti italiani forti abbiamo mandato all'estero (a parte Verrati) che in patria non avrebbero giocato per colpa di stranieri scadenti? Quanti italiani giocavano nel Real che quest'anno ha vinto la Champions e nell'Atletico Madrid che ha sfiorato l'impresa? Quanti giocatori dell'Argentina e del Brasile giocano nelle squadre del loro paese? Neymar, Messi, Cristiano Ronaldo dove giocano? Un'analisi totale e approfondita avrebbe dovuto mettere in risalto anche queste sfumature. Molto semplicemente i giocatori forti giocano nei campionati forti. Esportiamo calcio in Cina (Diamanti e Gilardino) ma nei massimi campionati europei abbiamo pochi rappresentanti. 

Sarà un caso ma per rappresentare bene l'inchiesta sugli stranieri male assoluto della serie A, la Gazzetta dello Sport mette nella versione online la foto di Kuzmanovic. Nella puntata precedente, quando si parlava di giovani talenti bruciati, campeggiava la foto del nostro settore giovanile (e su questo punto torneremo in maniera più dettagliata quanto prima). Verrebbe da dire che in qualsiasi inchiesta sul calcio il dato negativo sia rappresentato dall'Inter, che come fa sbaglia. Quando produce tanti talenti la notizia è che nessuno di questi giochi con la maglia nerazzurra. Quando la Primavera di Stramaccioni vinse la NextGeneration Series in tantissimi sottolinearono che non si trattava della vera Champions League dei giovani (alla NextGen Series si rimproverava di essere una manifestazione su inviti, ma la Youth Champions League consente la partecipazione solo ai settori giovanili delle società che militano in Champions, non privilegiando per forza i settori giovanili più meritevoli). Ad oggi, la vittoria dell'Inter giovane contro l'Ajax, è ancora l'unica italiana. Per quanto riguarda gli stranieri siamo in prima fila. I numeri non lasciano adito a dubbi, il dato presentato è verissimo. Peccato che nel calcio non sia mai contato. Da oggi invece, in maniera piuttosto discriminante, sì. Italians do it better?

Twitter @SBertagna