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editoriale
L'infortunio, l'ennesimo, di The Wall fa lo stesso rumore dell'Inter, che davanti ad un Brescia sicuramente caparbio si spezza. Ogni partita giocata aggiunge un nuovo nome alla lista degli infortunati e continuare a pensare che si tratti solo di sfiga diventa quanto meno improbabile. I nerazzurri sono spezzati anche in campo, scoprendo un centrocampo che è tutto in infermeria. A cercare di cucire pezze e rammendare lo strappo un Capitano che non si arrende mai. Eto'o mostra la solita classe e la solita voglia di segnare, ma è un solista solitario. Il Principe partecipa all'iniziale guizzo aggressivo nel quale tutti riconosciamo l'anima della vecchia Inter, poi sfuma nell'imprecisione e sbaglia un gol (l'ennesimo) clamoroso. Bene i giovani. Cou a fasi alterne, ma fargliene una colpa sarebbe veramente esagerato. Bene Obi, che non teme i giudizi e si propone in maniera decisa. Bene anche Santon e la domanda sul perchè Davide non possa entrare da titolare aleggia misteriosa nell'etere. Tutto ciò non basta a fare dell'Inter la squadra del triplete. Dove si nasconde la squadra che nella precedente stagione non si arrendeva nemmeno in nove uomini contro undici? Il derby si avvicina e per una volta la frase di Benitez che chiede concentrazione per l'incontro di mercoledì contro il Lecce non è pura retorica. Il momento delicato impone una svolta. Vincere non sarà per nulla facile. Vincere facile non è più una nostra prerogativa. Rendiamocene conto.
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