editoriale

L’Inter non è scarsa, gioca male a calcio. Stanchezza? Aggravante. E quella mossa della disperazione…

Daniele Mari

Chi sostiene che la rosa dell’Inter sia scarsa e che qualunque allenatore non farebbe di meglio con materiale umano di questo livello, non ha ben presente il tasso tecnico della Serie A. Un torneo che definire periferico a livello europeo è...

Chi sostiene che la rosa dell'Inter sia scarsa e che qualunque allenatore non farebbe di meglio con materiale umano di questo livello, non ha ben presente il tasso tecnico della Serie A. Un torneo che definire periferico a livello europeo è veramente poco. Un torneo in cui Coda e Pucciarelli fanno sconquassi, in cui però l'Empoli di Sarri, Tonelli, Valdifiori e Croce mette in scena un bel calcio, per non parlare del Verona di Mandorlini, a cui hanno sottratto Iturbe e Romulo (per molti imprescindibili) ma non se n'è accorto nessuno.

E vogliamo credere che Kovacic, Hernanes, Osvaldo, Icardi, Vidic e Medel non possano giocare meglio di così? Che sia normale per l'Inter essere messa sotto in lungo e in largo da una Fiorentina priva di Rossi, Gomez, Borja Valero e Pasqual? Siamo nel teatro dell'assurdo.

La rosa dell'Inter è "competitiva" (cit Ausilio) nel senso più letterale del termine: è assolutamente in grado di competere per lo scudetto degli umani, quel terzo posto che sa di El Dorado per Thohir e il suo progetto.

Il problema, ed è onestamente strano e amaro doverlo constatare giudicando il passato di Mazzarri (più che positivo nonostante i detrattori provino a negarlo), è che non si vede uno straccio di gioco. Le squadre del tecnico toscano si sono sempre distinte per una chiara organizzazione e una chiara idea di gioco. All'Inter, da un anno e mezzo, questa idea è rimasta solo sulla carta e sulla lavagna di Appiano Gentile. Ho letto con molta attenzione l'articolo di Tommaso Pellizzari sul Corriere della Sera e trovo che la spiegazione corretta sia assolutamente quella fornita dal collega: "Se sei una grande squadra (e almeno nel nome l’Inter lo è), allora non è pensabile impostarsi su un’idea di gioco che prevede un solo modo di stare in campo, per di più molto antico e facile da contrastare: difesa e centrocampo bassi e muniti, con ripartenze rapide affidate agli esterni del 3-5-2. Fine".

E' esattamente così: basta che una squadra si disponga in modo ordinato e a San Siro si sudano le classiche sette camicie anche solo per creare una palla gol.

Ma, se possibile, sono ancora più gravi le altre due situazioni che si sono palesate nell'Inter di questo inizio di stagione: stanchezza e mancanza di carattere. E questo francamente rientra davvero nel campo dell'incomprensibile, se si pensa che preparazione fisica e grinta sono da sempre i due cavalli di battaglia di Mazzarri.

L'Inter è ufficialmente stanca. Lo ha detto Ausilio, lo ha detto Mazzarri, lo hanno detto i giocatori. Al 5 ottobre, un gruppo di atleti professionisti di livello mondiale è stanco. E non affaticato, proprio stanco da non reggersi in piedi. Quella che per molti è un'attenuante, a me sembra la più grave delle spiegazioni. Ma come è possibile che l'Inter sia stanca? Ma scherziamo?

La Roma ha giocato 5 partite (molto più dure delle nostre) con lo stesso centrocampo e di stanchezza neanche l'ombra. E l'Inter è stanca? Siamo al paradosso.

Ma è l'ultimo punto che lascia veramente basiti: la scossa. "Ho tentato la mossa psicologica ma mi è andata male". Parole e musica di Walter Mazzarri domenica sera, quando il mister ha candidamente ammesso di aver usato il famigerato "rumore dei nemici" solo per dare una scossa emotiva alla squadra. Praticamente una mossa della disperazione. "Giochiamo ogni due giorni, non ci possiamo allenare, non potevo fare altro", la tesi di Mazzarri.

Quindi spazio alla mossa psicologica. Goffa nella forma, disastrosa nella sostanza. Anche José Mourinho utilizzava le mosse psicologiche ma lo faceva ad aprile, con una squadra oggettivamente e giustamente stanca, in un periodo in cui ormai la testa conta 100 volte più delle gambe. La necessità della scossa, ad ottobre, lascia basiti.

Mazzarri è nelle condizioni ideali per plasmare la squadra: gruppo nuovo, nessun nome ingombrante che possa fargli ombra, nessun clan dell'asado a fare da parafulmine, società coesa, presidente abbastanza allergico ai cambi in corsa.

Se l'Inter gioca male al futbol (gioca male e non da oggi: i "Sassuolo" sono eccezioni e non la regola) la ragione è tecnica. Resto dell'idea che Ausilio abbia consegnato a Mazzarri un'ottima squadra. Ripeto: un'ottima squadra. Mazzarri la faccia giocare decentemente a calcio. Se ci riesce Sarri con Tonelli e Pucciarelli (complimenti all'Empoli per quanto messo in mostra finora al di là dei risultati), ci può riuscire anche lui con Kovacic e Icardi.