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Vincere. Parola dimenticata nel dizionario della squadra interista, che da ormai tre lunghe giornate non riesce ad ottenere questo risultato positivo in campionato. Prima Lecce, poi Palermo e Roma, segnano il lento declino della banda Ranieri. Anche i giallorossi venivano da un pareggio col Bologna e una sconfitta a Cagliari, ma hanno saputo riprendersi giocando a 'calcio' e andando a 100 all'ora contro le cariatidi nerazzurre.
ANTE-POST. Se nel primo tempo non funziona niente, nel secondo le cose vanno ancora peggio. Il 4-4-2 ormai è il modulo che da maggiore sicurezza a Ranieri, ma gli interpreti non sono eccezionali. Obi sull'out sinistro è, da sempre, un pesce fuor d'acqua cosi come Palombo che già non si era fatto vedere nella gara d'esordio col Palermo, se non per un lancio a Zanetti, e che oggi conferma il suo trend negativo. Non è Thiago Motta e si vede, cattivo tentativo quindi questo da parte della società di mascherare il neo acquisto per un fenomeno. Squadra apatica per tutti i primi 45 minuti, si vede soltanto la Roma. Solo Milito tenta un numero smarcando chiunque, ma poi per il resto è notte fonda. Nei secondi 45' di gara, non cambia nulla, anzi le lacune interiste palesate nella prima frazione di gioco diventano voragini. Gli avanti della Roma fanno il bello e il cattivo tempo con una difesa interista completamente andata in bambola. Forse il cambio di orario della partita, non ha giovato agli uomini di Ranieri, convinti certamente di aver già disputato la gara la sera prima. Se andare a Roma voleva dire fare questa mesta figura, sarebbe stato meglio rimanere al caldo delle stanze della Pinetina. Anzichè guardare a chi ci sta davanti che non sta facendo meraviglie, sarebbe meglio pensare alle inseguitrici per conquistare una dignitosa qualificazione all'Europa League quest'anno. Anche perchè Roma e Napoli si sono fatte nuovamente sotto in maniera pericolosa.RANIERI. E' l'uomo dei sette successi consecutivi, ma è anche colui che ci ha messo del suo nelle ultime gare. Vero che oggi gli uomini erano contati, ma il cambio Pazzini - Poli nel secondo tempo ha lasciato tutti di stucco. Una squadra in svantaggio di due gol e senza attaccanti seri in panchina, non si può permettere di rinunciare a una punta seppur non in giornata. Ha preferito rinfoltire il centrocampo, con l'ex sampdoriano Poli che relegato nel centro-sinistra riesce a far poco rispetto ai suoi compagni. Maicon sarebbe potuto andare in panchina in anticipo, visto che dai primi minuti si era capito che il brasiliano aveva poca voglia di correre. Toccherà al mister trovare la quadratura del cerchio già nella prossima gara in casa contro il Novara, avversario non irresistibile. Ma di questi tempi...PALOMBO. Non deve essere il capro espiatorio della gara, ma quello del mercato interista. Dopo sette vittorie consecutive, l'allenatore si aspettava qualcosa in più dal mercato. Passi per Motta che ha espresso deliberatamente la propria volontà di lasciare l'Inter, ma che senso ha acquistare: Palombo (ormai 31enne e retrocesso lo scorso anno con la Samp) e Guarin (già infortunato tanto per non farsi mancare niente)?. Non tocca un pallone buono, è in totale black out davanti al palleggio romanista, dimostra tutte le difficoltà davanti a gente come Gago e De Rossi. Triste da dire ma non vale l'Inter.BOJAN. Il quarto gol è sintomatico della giornata nerazzurra: quattro difensori su di lui e lo spagnolo che fa i propri comodi girandosi e battendo a rete Julio Cesar. La sconfitta ci può stare, ma non a questi livelli. Non un quattro a zero in casa della Roma, senza reagire e senza metterci l'anima. Si traesse esempio dall'esultanza di Borini dopo i due gol: "coltello tra i denti" e via a giocare. Oggi l'anima, l'attenzione e tutto il resto è rimasto negli spogliatoi. Non si possono prendere otto gol in due gare consecutive. Non si è giocato con i primavera, quindi il problema è prima di tutto mentale e poi tattico.SOCIETA'. Già parlato del mercato completamente errato in questo Gennaio come nelle tre precedenti sessioni. Ripeto mancano un esterno sinistro e una seconda punta. La storia del Fair Play Finanziario non può portare a un cosi grosso ridimensionamento in soli due anni. Se l'obiettivo della società era questo, ci sono riusciti in pieno. Smantellato tutto il duro lavoro fatto da Mancini e Mourinho per tornare a essere una squadra che ogni volta che si avvicina alla vetta, non ha il coraggio di osare di più. Si sta tornando indietro ai tempi dell'era pre-Calciopoli, in cui si facevano 'acquistoni' tipo Ferrante o Brechet. Peccato che in società ancora non l'abbiano capito, o meglio: chi è causa del suo mal pianga se stesso. I prossimi acquisti in prospettiva saranno il rientro di Coutinho e un giovane dalla serie B Argentina (Dybala n.d.r.)...Chapeau!
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