editoriale

L’Inter unica certezza. Buon viaggio ragazzi!!

Riccardo Fusato

Ebbene ci siamo. La stagione dell’Inter è ripartita tra sogni e realtà. Ci apprestiamo a vivere l’ennesima stagione calcistica. Sofferenza, attaccamento alla maglia, una nuova avventura è dietro l’angolo e sarà un’annata un po’...

Ebbene ci siamo. La stagione dell’Inter è ripartita tra sogni e realtà. Ci apprestiamo a vivere l’ennesima stagione calcistica. Sofferenza, attaccamento alla maglia, una nuova avventura è dietro l’angolo e sarà un’annata un po’ diversa rispetto alle altre.

Dopo anni di successi non avremo trionfi stampati sulla maglietta; dopo dieci anni non saremo più in Champions League. Il momento è difficile per la nostra beneamata, a livello tecnico ma soprattutto economico. Ripartiamo con l’umiltà e con la consapevolezza di chiamarci Fc Internazionale.

L’umore dei tifosi è molto basso, alcuni addii eccellenti stanno condizionando questo inizio di stagione, ma non tutto è così negativo. Siamo a Pinzolo, dove la squadra, guidata dal nostro comandante, Andrea Stramaccioni, sta iniziando a “fare fieno” per la nuova avventura. Eppure dopo una giornata in mezzo ai tifosi e dopo avere assistito al primo allenamento si respira un’aria di moderato ottimismo. È stupefacente come l’Inter riesca a trasmettere adrenalina positiva e noi siamo affascinati da tanto entusiasmo. Un entusiasmo naturale, limpido. I tifosi ci hanno fermato per le vie della cittadina, chiedendoci le ultime di mercato: chi parte, chi va, sempre con il sorriso sulle labbra, nessuna contestazione, ma tanta voglia di essere vicini alla squadra.

Un episodio ci ha molto colpito: la folta presenza di bambini. Loro sono l’espressione del tifo pulito, dell’amore per la maglia nerazzurra. Vederli girare con la maglia dell’Inter, sentirli urlare: «Forza Inter» è commovente. Loro non sanno e non possono tantomeno capire il valore dei soldi, le valutazioni dei giocatori. Il loro unico punto di riferimento è dato dai colori nerazzurri.

Loro devono essere d’esempio per tutti quei tifosi che oggi sono arrabbiati o delusi nei confronti della società.

Un particolare che ci è balzato subito all’occhio, è la gran quantità di ragazzi vestiti di nerazzurro, con la maglietta addosso, ma senza un nome. Pulita, limpida. Loro non si riconoscono in Sneijder in Zanetti, in Cambiasso, loro tifano Inter e basta. Vedere quella maglietta, pulita, limpida, senza nome e numeri è emblematico: uno ama l’Inter, non tizio, caio o sempronio. Non importa se in attacco ci sia Destro o Milito, se in porta ci sia Handanovic o Julio Cesar, loro amano la squadra e il nerazzurro. Ecco perché all’inizio di un’avventura che per necessità di cose sarà piena di punti interrogativi, bisogna essere ottimisti. Oggi si è svolto il primo allenamento e il tifo e la passione sono alle stelle. L’esultanza, l’urlo, è per tutti. E se il primo gol della stagione lo segna Milito, oppure Longo, non cambia nulla. I giocatori in campo non hanno magliette con i numeri o con il nome stampato sulle spalle. Hanno la maglietta nerazzurra e per i tifosi, almeno per oggi, sono tutti uguali. Un bambino esulta a un semplice tocco del pallone, un allungo di Zanetti scatena gli applausi. Per tutti ci sono incitamento, cori e quant’altro. Non si sta giocando una partita ufficiale, non ci sono neanche le porte, ma l’urlo “goool” sale alto in cielo. Non ha segnato nessuno, ha segnato l’Inter.

Comunque una cosa possiamo affermarla con certezza: si respira un’aria nuova. Il mister che fa sorrisi a tutti, disponibile, solare: vedendo e sentendo tutto questo, come si fa a non essere ottimisti? L’ambiente è accogliente, tutti sono gentili. In questi giorni i giocatori faranno gruppo. I nuovi arrivati prenderanno confidenza con l’aria interista. Si stanno mettendo le basi per disputare una stagione da Inter. La maglia nerazzurra, il nostro amore, merita rispetto, che si vinca o si perda. Alziamo lo sguardo, vediamo una bandiera con i simboli del “Triplete”, questa è la nostra storia, questo è il nostro orgoglio. Ora il futuro sarà pieno di successi o avaro di soddisfazioni, ma sarà sempre e comunque uno stimolo per urlare a tutti: “Noi siamo l’Inter!”.

Twitter @FusatoRiccardo