editoriale

L’uomo forte di Thohir?

Un uomo forte l’Inter ha “scoperto” di averlo in casa. O in fondo l’ha sempre saputo. Thohir, pronti via, ha deciso di raddoppiargli il ruolo. Di oggi la sua intervista alla Gazzetta dello Sport. Un’intervista che...

Sabine Bertagna

Un uomo forte l'Inter ha "scoperto" di averlo in casa. O in fondo l'ha sempre saputo. Thohir, pronti via, ha deciso di raddoppiargli il ruolo. Di oggi la sua intervista alla Gazzetta dello Sport. Un'intervista che rivela retorscena del passato, mette i puntini sulle i, lancia un messaggio di compattezza di intenti per il futuro. Un futuro prossimo, che mira a disegnarne uno più lotano nel tempo. Più perfetto. Quando il cambiamento si sarà evoluto in routine e i meccanismi gireranno indipendenti. Quando gli obiettivi più ambiziosi dovranno essere di nuovo alla portata dei sogni.

Nel 1998, l'anno di quello scudetto che per brutti motivi non sarebbe stato roba nostra, Piero Ausilio era responsabile del settore giovanile della Pro Sesto. E il grande lavoro svolto in questi anni all'Inter ha spesso riguardato la scoperta di giovani futuribili. Ora, molti tra loro, sono professionisti che giocano nella massima serie. Non sempre con la maglia nerazzurra, ma questo è un capitolo al quale si potrà (e dovrà) lavorare per migliorare. Intanto la "formazione" di Ausilio fotografata dalla Rosea fa impressione. Bardi, Bonucci, Andreolli, Santon, Biabiany, Krhin, Obi, Pandev, Martins, Destro, Balotelli. In questa formazione pezzetti di passato che non sono più nerazzurri, pezzetti di futuro che potrebbero diventarlo. Qualche errore, forse qualche rimpianto. Per parlare un linguaggio poco sentimentale ma pratico, molte plusvalenze.

C'è spazio anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. I giocatori non si allenano nemmeno più a tirare i rigori, scherza (ma non troppo) Ausilio. Perché quella dei rigori non assegnati ai nerazzurri sarebbe una barzelletta, se solo facesse ridere. E poi una frecciatina anche alla Juve. Isla? Lo stiamo ancora aspettando a Pinzolo per la conferenza di presentazione.   A volte è sufficiente una battuta per ricordare che uno sgarbo rimane tale e che essere corretti non equivale ad essere fessi. A leggere l'intervista di oggi sembra che Thohir abbia un problema in meno da risolvere. L'uomo forte, forse, c'è già.

Twitter @SBertagna