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L'ultima invenzione del calcio italiano, è di ieri ed è la norma sugli extracomunitari. Questa nuova norma, approvata senza il consenso della neo nata "Lega di Serie A", riduce ad uno il numero di extracomunitari tesserabili dalle società italiane. "E' stato fatto per il bene del nostro calcio" è stato detto, non rendendosi conto di quanto ciò ci renda ridicoli agli occhi degli altri. Una limitazione del genere esiste solo in Spagna, dove comunque i talenti non mancano. Tutto questo polverone è stato alzato solo dopo l'uscita della nostra nazionale dai mondiali di calcio, non rendendosi conto che l'Italia ha fallito, non per la mancanza di giocatori, ma per errori tecnici in fase di convocazione. I vari Balotelli, Cassano, Miccoli, Totti, lasciati a casa in favore di Pepe (giocatore che ha calcato al massimo il terreno dello stadio Friuli), Iaquinta (che in stagione avrà giocato si e no dieci partite) e compagnia bella. "Balotelli è troppo giovane", ma chi lo ha detto forse non ricorda che questo ragazzino a soli 19 anni vanta una Champions, due scudetti e altre coppe. "Cassano è un ribelle", due anni fa forse, ma non in questo momento, dato che ha trovato una meritata serenità accanto a sua moglie Carolina. Miccoli invece? Di certo l'essersi scontrato con Moggi in passato ancora non lo aiuta. Questo nuovo provvedimento comunque, rende ridicole le nostre istituzioni. Si parla tanto di "lotta al razzismo", ma questa norma non fa altro che peggiorare la situazione. Sembra un vecchio motto politico "L'Italia agli italiani", riproposto in tempi odierni nel mondo del calcio. Se i nostri vivai non forniscono più giocatori del calibro dei vari Totti, Nesta e Del Piero, il problema non sono di certo i giocatori extracomunitari che vengono a cercare fortuna in Italia. Nell'Inter due ragazzini di 19 anni quali Santon e Balotelli, hanno saputo affermarsi nonostante la concorrenza fosse spietata, qualche anno fa Aquilani e De Rossi, provenienti dal vivaio fecero la fortuna della Roma. Bonucci è un signor difensore, ma ai mondiali in quella squadra che definirei "cimitero degli elefanti" gli è stato preferito il 37enne Cannavaro, con le conseguenze che tutti noi conosciamo. "Non sono bollito" ha detto il napoletano, sfido a trovare qualcuno che gli dia ragione. E se a Giugno tutti salivano sul carro del vincitore dell'Inter, che aveva finalmente ridato lustro all'Italia in campo internazionale, oggi tutti sono pronti ad attaccarla. Ma ricorderei a questi soggetti, che senza la nostra multinazionale, l'anno prossimo il numero delle squadre presenti in Champions si sarebbe ridotto a tre, riducendo anche il nostro blasone. Nostro nel senso di calcio italiano. Si guarda a un modello come la Spagna, fatta di giovani di talento, ma bisogna anche ricordare che il palmares spagnolo alla voce "vittorie mondiali" recita un bello zero! Purtroppo siamo l'Italia, bacchettona e faziosa, che preferisce eliminare (secondo queste menti) i problemi piuttosto che risolverli. Cosi come qualche mese fa, l'altra norma stabilita dalla federazione, quella sulle bestemmie in campo, ha fatto ridere mezzo mondo. Se da par mio, non è il massimo della vita bestemmiare, esiste il libero arbitrio ed ognuno può essere libero di farlo o meno a proprio piacimento. Senza scandalizzarci e senza mettere paletti. Il mondo è bello perchè è vario, ma a volte qualcuno lo vorrebbe vedere tutto uguale.
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