editoriale

La porta dei sogni: quando non sai più chi sei e c’è una credibilità  da recuperare…

Alessandro De Felice

Capita anche di guardarsi allo specchio e non sapersi riconoscere. Ordinarie dinamiche dei processi evolutivi che, talvolta ,originano caos, confusione mentale che insabbia l’identità dell’individuo o addirittura di un intero gruppo.  Anche...

Capita anche di guardarsi allo specchio e non sapersi riconoscere. Ordinarie dinamiche dei processi evolutivi che, talvolta ,originano caos, confusione mentale che insabbia l’identità dell’individuo o addirittura di un intero gruppo. Anche per questo motivo la gara contro il Wolfsburg assume un significato particolare, perché l’esame tedesco rappresenterà l’occasione giusta per spiegare a se stessi e al mondo circostante, quale livello di maturazione ha raggiunto la squadra nerazzurra. Il riflesso che lo specchio respingerà ai nostri occhi sarà l’esatta espressione della sostanza in noi mescolata, il più preciso autoritratto del nostro essere. Una partita che ci dirà chi siamo e che fornirà agli uomini di Roberto Mancini il passaporto per la prossima destinazione. 

L’Inter delle ultime uscite ha spesso perso la coincidenza con le opportunità favorevoli, gettando al vento turni all’apparenza comodi e occasioni ghiotte per poter recuperare punti preziosi in classifica. Vere e proprie botte all’orgoglio dei tifosi interisti, costretti puntualmente a resettare il contatore dell’ottimismo pre-gara. Colpi che procurano lividi all’entusiasmo, ma che mai ne smorzeranno l’energia. Infondo è proprio questo il bello del calcio: ogni partita inizia sullo zero a zero e tutte le volte c’è sempre anche la minima speranza di potercela fare, magari ricorrendo alla gara della vita. 

Probabilmente quella che servirà contro il Wolfsburg, perché l’Inter non è solo alla ricerca della propria identità, ma anche e soprattutto della credibilità che negli anni ha saputo guadagnarsi in campo internazionale. Quote alla mano, la vittoria dell’Inter in Europa League è data a 16, oltre il doppio rispetto a Napoli e lo stesso Wolfsburg, quotate invece a 7. Una differenza decisamente ragguardevole, soprattutto se relazioniamo la storia europea delle tre società. 

Sarà anche l’occasione per Roberto Mancini di recuperare parte del credito accumulato proprio nelle diverse eliminazioni in campo europeo. Il tecnico italiano vuole staccarsi di dosso l’etichetta che lo presenta alle folle come un allenatore poco decisivo fuori dalle mura nazionali. Il passaggio del turno è obiettivo assai complicato, ma l’Inter ci ha spesso messi di fronte a resurrezioni inaspettate, miracoli sportivi dal sapore dell’impresa. Il Wolfsburg è la favorita alla vittoria finale, ma se c’è una sola squadra che può metterla in difficoltà è l’Inter: psicopatica e spesso masochista, ma quando ci si mette, decisamente inafferrabile. I tifosi ci sperano: lasciamo accostata la porta dei sogni..