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Le segnalazioni incominciano ad essere tante. Tutte fuori dal campo. Nessuna di queste vista e punita dall'arbitro. Lontano dai riflettori. Prima Cassano in quell'Inter-Cagliari dove i toni si erano inevitabilmente scaldati. Poi l'inspiegabile occhiata aggressiva di Guarin. Infine l'espressione provocatoria di Ranocchia. Una squalifica per tutti. Ah, già. Per quasi tutti.
Pare che improvvisamente gli arbitri addizionali abbiano deciso di rispolverare un regolamento finora sepolto dalla polvere e punire con rigore sguardi ambigui e carichi di aggressività. Certe occhiate indiscrete si pagano con squalifiche, che pensavate? Tosel non nutre dubbi e convalida come un bravo ragioniere. Non si interroga sul motivo di questa improvvisa insubordinazione nerazzurra. Perché nulla di tutto ciò ci sembrerebbe strano o atipico se gli arbitri addizionali avessero aperto una nuova era del rigore. Se le squalifiche per occhiate provocatorie avessero iniziato a riempire pagine e pagine di documenti come se non ci fosse un domani. Invece no. I ribelli stanno di casa alla Pinetina. Evidentemente.
Sarebbe il caso di approfondire. Le squalifiche si accettano e si scontano, ma la legge applicata deve valere per tutti. Se stiamo scontando qualcosa di atavico vorremmo conoscerne l'esatta definizione. Incominciamo a chiamare le cose con il loro nome. E a seconda delle risposte ottenute la società dovrebbe decidere quale posizione assumere rispetto a tutto ciò. Se accettare il turnover che Tosel ha deciso di applicare a rotazione ai nostri giocatori. Così, per capire.
La cosa più triste saranno i giornali. Inter infuriata per l'ennesima squalifica, scriveranno. Che strano. Quando si tratta di Inter la partecipazione è zero. Eppure quando le squalifiche colpiscono altri e con entità di ordine decisamente diverso la partecipazione è immediata. Abbiamo letto recentemente che a Conte andrebbero porte delle scuse. Nell'intervista realizzata dalla Gazza Stellini ne esce come l'uomo dell'anno. Racconta di come non abbia tenuto i soldi in occasione di un illecito, regalandoli. Un benefattore, insomma. I giornali non si chiederanno perché all'Inter dopo ogni partita venga squalificato un giocatore per presunte provocazioni (provatele e poi ne riparliamo). Se ne laveranno le mani. Pur non potendo negare, a tu per tu con la loro coscienza, che stiamo rasentando il surreale, se ne guarderanno bene dal scriverlo. Faranno passare l'ennesima squalifica per qualcosa di normale. Funziona così la regola. Sempre quella. La regola dei nemici.
Twitter @SBertagna
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