editoriale

La regola del riscatto

Domenica sera, contro la Lazio, si è consumata una vendetta inaspettata. La doppietta del Profeta, la sua esultanza, le parole alla fine del partita pesanti come macigni. Parole che rispondevano secche a mesi di sofferenze per essere stato...

Sabine Bertagna

Domenica sera, contro la Lazio, si è consumata una vendetta inaspettata. La doppietta del Profeta, la sua esultanza, le parole alla fine del partita pesanti come macigni. Parole che rispondevano secche a mesi di sofferenze per essere stato giudicato un giocatore finito. Non le ha mandate a dire, Hernanes. E forse, oltre a Lotito, si saranno sentiti in colpa anche giornalisti e tifosi. In un mondo dove la pazienza è un lusso che costa troppo, le etichette da affibbiare a presunti falimenti vanno via come il pane. 

Sabato contro la Juventus dovrebbe trovare spazio un altro giocatore del quale si è parlato molto ultimamente. Si tratta di Xherdan Shaqiri. La sua ultima partita da titolare risale ai primi di aprile. E quando un giocatore sul quale sono state riposte tante aspettative non gioca, allora le voci diventano incontrollate. Se ne è occupata anche la stampa svizzera, preoccupata che Xherdan potesse rischiare di non essere convocato da Petkovic in vista degli impegni della Nazionale. Da lui ci si aspetta che dimostri il suo potenziale. Che esploda. Mancini, da quando è arrivato all'Inter, lo ha sempre difeso. Sa quanto possa essere difficile giocare in un altro campionato. E mentre in molti dicono che il Bayern sia stato avventato nel cederlo a gennaio, l'Inter lo aspetta. Magari proprio sabato. Con la voglia di riscatto del Profeta. Un riscatto che non aspetta altro che smentire il brusio delle voci.

Twitter @SBertagna