editoriale

LA SINDROME DI DESTRO

Sabine Bertagna

“E’ stato un grande dispiacere lasciare il Milan dopo 12 anni. Ci sono rimasto male, però tutto quello a cui penso adesso è di fare bene con il Cagliari, una squadra che ha avuto fiducia in me e che spero di ripagare alla...

"E' stato un grande dispiacere lasciare il Milan dopo 12 anni. Ci sono rimasto male, però tutto quello a cui penso adesso è di fare bene con il Cagliari, una squadra che ha avuto fiducia in me e che spero di ripagare alla grande". Queste le parole di Matri, cresciuto nel vivaio rossonero e lasciato andare a Cagliari, prima in compartecipazione, poi completamente, al momento del suo passaggio. L'attaccante lodigiano aveva esordito con la maglia del Milan in serie A il 24 maggio 2003. Il club rossonero aveva deciso di non puntarci e pace. Matri a Cagliari aveva fatto bene con Allegri (ecco il perché di questa richiesta insistente) e successivamente era approdato alla Juventus. Cercando di guadagnarsi l'etichetta di calciatore da grande club.

In tutto questo tempo lontano dal Milan non ci sono state tante manfrine sul fatto che i rossoneri avessero ceduto una loro giovane promessa. Risparmiati i titoli ad ogni suo gol (vendetta, beffa, ecc...). Diciamo che la parte mediatica ne ha preso atto e ha archiviato il tema. Non ci sarebbe molto altro da aggiungere se non che per un caso analogo (ma in fondo diverso) si sono sprecate pagine di giornali e toni traboccanti di eccitazione. Mattia Destro, cresciuto nel vivaio nerazzurro e comprato dalla Roma dopo un periodo al Siena (e in compartecipazione con il Genoa), ha avuto le luci della ribalta tutte per sè. A raccontare la storia di un astio poderoso verso il club che non aveva creduto in lui, ogni volta che segnava una rete. Se poi la rete entrava nella porta dell'Inter la copertina era assicurata. Mai più un caso Destro, hanno spesso ripetuto i giornali quando si parlava di un giovane promettente che sarebbe potuto andare in prestito o lasciare casa Inter. Una vera e propria sindrome.

Il Milan ha riportato quindi all'ovile la sua pecorella rossonera. Un ritorno dal prezzo salato. Salatissimo. Matri è stato infatti ricomprato per 12 milioni di euro. Un affarone, insomma. Anche le buone premesse annunciate nel preambolo di questa stagione sono andate un po' in fumo. Ecco cosa diceva Galliani a proposito dell'attacco: ''Abbiamo Pazzini che non ci sarà  nei play off di Champions ma non prenderemo un calciatore che dopo un mese non ci serve più. Pazzini fino a quando non tornerà  sarà  sostituito da un ragazzo della Primavera." Petagna, il ragazzo della Primavera che avrebbe dovuto sostituire Pazzini, andrà  molto probabilmente in prestito alla Sampdoria. E con l'eventuale arrivo di Kakà  il Milan rischia di fare un deciso passo indietro sul fronte politica dei giovani. La domanda è solo se se ne accorgerà  qualcuno. Se chi ha lodato l'età  media rossonera che scendeva, rimarcando i giovani che avrebbero trovato valorizzazione in prima squadra, si prenderà  ora la briga di correggere e aggiornare le sue tabelle. E chissà  se chi è abituato a criticare pesantemente le operazioni di mercato nerazzurre troverà  da dire qualcosa sul "caso" Matri, già  bocciato dai tifosi rossoneri. Potrebbero esserci molti spunti per chi ama gli strali. Sempre che non sia troppo intento a preparare un pezzo sul ritorno dell'ex per eccellenza, cercando affannosamente sul calendario il prossimo Inter-Roma. Ossessionato dalla famosa sindrome di Destro. Chissà ...

Twitter @SBertagna