editoriale

La verticalizzazione al potere

La speranza che l’arrivo del Mancio portasse una sana ventata d’aria nuova trova le prime conferme nell’intervista di Mateo Kovacic. La curiosità intorno all’ambiente nerazzurro è grande come grande è la voglia di capire...

Sabine Bertagna

La speranza che l'arrivo del Mancio portasse una sana ventata d'aria nuova trova le prime conferme nell'intervista di Mateo Kovacic. La curiosità intorno all'ambiente nerazzurro è grande come grande è la voglia di capire come l'ambiente nerazzurro abbia recepito e fatto suo il cambio di allenatore. Kovacic, in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha fatto il punto sulla settimana di preparazione al derby. Non esattamente una partita come le altre. Una partita nella quale ci si aspetta grande dimostrazione di orgoglio da parte di tutti i giocatori. Qualche novità tattica. I primi indizi dello spirito di una squadra che ha appena cambiato condottiero.

Mateo e Roberto, uniti da un ruolo. Quello del trequartista. I trucchi del mestiere? Dove stare, come attaccare lo spazio e liberarsi da una marcatura: sono questi i consigli del Mancio per Kovacic. Che alla sua posizione lega una minore rigidità e una maggiore velocità. Ma che cosa chiede esattamente Mancini? "Il tocco di prima. Vuole meno il giro palla e si deve provare a trovare subito la verticalizzazione. Con lui ci si allena solo con il pallone. Mi ha già sgridato quando passo la palla corta invece di tentare la giocata." Quindi ci possiamo aspettare un'Inter più veloce con la palla, meno sterile e più aggressiva. Sicuramente più offensiva.

Mateo racconta come tutti i suoi compagni siano rimasti piacevolmente sorpresi dal carisma del Mancio. Non c'è bisogno di parlare male del predecessore, sono cose banalmente evidenti. "Si vede subito, anche da come parla, che ha esperienza ad alti livelli. Tutti i compagni sono entusiasti dopo i primi allenamenti" rivela Kovacic alla Rosea. Mancini ha un importante vantaggio rispetto a tanti altri allenatori passati dalle parti di Appiano Gentile: conosce già i meccanismi nerazzurri, le battaglie che conta intraprendere, lo spirito necessario a far bene. Con la promessa implicita (per il Mancio condizione inderogabile) di fare più spettacolo e di giocare un calcio esteticamente più godibile. Il derby racconterà meglio di qualsiasi dichiarazione a che punto è il lavoro del Mancio in terra nerazzura. Antichi confini, nuove destinazioni. Con un pensiero martellante. Il derby.

Twitter @SBertagna