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Le cose delle quali vi deve convincere Icardi sono infinite. Ha ventitre anni, ha segnato, grazie al gol di testa di ieri, 50 reti in 100 presenze con la maglia dell'Inter (14 in questo campionato) e nel tempo libero adora stare con la sua famiglia. Tutte cose profondamente disdicevoli, insomma. Se in una partita gli arriva un mezzo tiro lo capitalizza, se non gliene arriva nemmeno uno partono le diatribe. Non aiuta la squadra, non torna e forse non sa nemmeno fare un cappuccino decente.
Le discussioni che avvolgono la figura di Mauro Icardi sono ancora più incomprensibili perché arrivano in parte dalla stessa tifoseria nerazzurra. Se l'astio prolungato da parte di Maxi Lopez possiamo persino arrivare a comprenderlo (a giustificarlo nelle reazioni infantili in campo, ovviamente no), quello nei confronti dell'argentino stentiamo a inquadrarlo. Come si dice a Milano, nel suo caso c'è sempre una folla di mai cuntent pronta a insorgere per qualsiasi cosa. E perché posta la sua vita sui social e quando ha due giorni di vacanza perché va effettivamente in vacanza (ma dai?) e perché fa regali sfarzosi tendenti al tamarro alla donna che ama.
Mauro in campo è spesso irreprensibile, ma questo sembra non essere sufficiente. Si stenta a considerarlo per quell'incredibile patrimonio che è. Un patrimonio al quale le big europee non hanno mai smesso di guardare con interesse quasi lascivo. Un patrimonio al quale speriamo di non dover dire addio perché se l'Inter è alla costante ricerca di certezze, una enorme l'avrebbe già in casa. Non è quindi molto chiaro che cosa esattamente dovrebbe fare Icardi, che già non fa, per convincere i numerosi scettici delle sue qualità. All'argentino sono richiesti super poteri mentre per quanto riguarda altri giocatori si chiudono due occhi su tutto. Speriamo solo che i mai cuntent non debbano pentirsene. Vorrebbe dire che Mauro Icardi ha smesso di vestire la maglia nerazzurra e che sta rendendo grande qualche altra squadra, facendo gioire tifosi probabilmente meno severi.
Twitter @SBertagna
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