editoriale

LE RAGIONI DI MOU

Se volessimo trovare una metafora per l’azione di Mourinho sul calcio italiano, in qualsiasi ottica la si voglia giudicare, si potrebbe pensare ad un carro armato. Niente sarà più come prima. O meglio, ciò che continuerà indisturbato a...

Sabine Bertagna

Se volessimo trovare una metafora per l'azione di Mourinho sul calcio italiano, in qualsiasi ottica la si voglia giudicare, si potrebbe pensare ad un carro armato. Niente sarà più come prima. O meglio, ciò che continuerà indisturbato a rimanere come prima avrà una nuova consapevolezza. Al momento ci sono due particolari posizioni del tecnico portoghese, che fanno discutere.

1. Il "caso" Balotelli. Una volta, nemmeno tanto tempo fa, l'Inter era definita una società con poco polso verso i suoi giocatori. La stampa sorrideva entusiasta e diramava spettegules a destra e a manca. Chi faceva baldorie, chi si lasciava andare a dichiarazioni poco politicamente corrette: tutti facevano un pò come credevano. E non sempre a buon senso. Poi è arrivato Josè e le regole sono cambiate. Con la stampa le leggi le ha sempre dettate lui. Definendo ciò che importa al mondo esterno e ciò che invece non deve riguardare proprio nessuno, se non lui e i diretti interessati. Mario è giovane, talentuoso, incredibile e indomabile. Forse ascolta consigli che non sono disinteressati e che lo stanno rovinando. E' davvero così poco comprensibile che si adotti nei suoi confronti una linea dura? Per molto meno l'altra squadra di Milano ha avuto reazioni durissime verso i propri giocatori, rei di avere sputato nel piatto in cui mangiavano.

2. Il silenzio stampa in Italia. Mou si è spiegato in conferenza Champions ieri. Non ha intenzione di tornare a parlare in Italia. Perchè? Perchè ci tiene alla panchina e sa che nel caso in cui parlasse, verrebbe immediatamente squalificato. Che dire, è un peccato perchè dal portoghese uscivano sempre dichiarazioni interessanti e divertenti. Ma l'impressione è che abbia vinto lui, per ora. Sto zitto perchè quello che vedo non mi piace. Alleno nel vostro campionato, ma la considerazione che ne ho è pessima. Quale dimostrazione di arroganza! Ora la palla passa ai giornali e ai Signori del Campionato. Sempre che gli siano rimaste le parole per commentare...