- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
editoriale
Reti inviolate, zero rischi corsi, una certa solidità difensiva manifestatasi durante tutta la partita, cosi si può descrivere la gara di ieri sera tra Inter e Fiorentina.BUONI MA...Qualche errore c'è sempre. Nel primo tempo, quando la squadra riparte trasformando l'azione da difensiva in offensiva lascia sempre il trio d'attacco troppo isolato. Sono molti gli scontri tra Pazzini e l'intera difesa della Fiorentina. L'unico che appoggia l'attacco e Marco Faraoni, ma da solo può far poco. Dopo il gol del due a zero invece la squadra si libera dalle pressioni e gioca in scioltezza, riuscendo il centrocampo a seguire più facilmente l'azione e a non lasciare troppo isolati Cou, Milito e il Pazzo. Nessun problema invece per quanto riguarda la difesa, Cambiasso copre bene e la coppia Lucio - Samuel sembra essere quella del Triplete, anche se Ranieri ha ricordato (in maniera sacrosanta) che quell'Inter non c'è più. Finalmente in primo in società che ha il coraggio di ammetterlo pubblicamente, nonostante la riconoscenza che manifesta in ogni gara ai senatori.LE FASCE. Ben presidiate da un lato da Maicon e Faraoni e dall'altro da Nagatomo e Coutinho, sono state l'arma in più della serata. Faraoni macina chilometri sulla destra, con una naturalezza degna del miglior Javier Zanetti di cui non pesa l'assenza. Maicon torna in campo dopo l'infortunio accorsogli contro la Juve e dimostra di aver recuperato una forma fisica più che accettabile. L'importanza del rientro di un titolarissimo come il brasiliano si fa sentire, anche solo per incutere timore agli avversari. Nagatomo sulla sinistra riesce a fare entrambe le fasi difensiva ed offensiva permettendo a Coutinho di accentrarsi per ricoprire la porzione di campo solitamente occupata da Sneijder. Faraoni dimostra ancora una volta, che la Lazio ha fatto un grave errore a lasciarselo scappare. E' un talento purissimo e sentiremo parlare di lui per molti anni, anche per la duttilità tattica che gli permette di giocare tranquillamente sia a destra che a sinistra. Non si fa mai saltare da Vargas e tiene Pasqual in continua apprensione con le sue giocate.CROCE E DELIZIA. Ovvero Milito e Pazzini. Il numero 7 nerazzurro torna al gol dopo il nefasto errore dal dischetto, segna e non esulta, in polemica (giustamente) con il pubblico di San Siro, da sempre di bocca buona che non gli perdona qualche errore in appoggio. Il problema è che Pazzini, ricoprendo il ruolo di punta centrale non dovrebbe tornare indietro sino al centrocampo per recuperare il pallone. Lo fa esclusivamente per sopperire all'assenza di Milito, un vero desaparecidos dell'area di rigore. Vaga a vuoto, tocca palloni senza senso (emblematico il pallone scaricato sui piedi di Maicon nel tentativo di fare un semplice appoggio) e la porta non la vede neanche col binocolo. Sarà un momento? Non credo, visto che questo è il suo andazzo da oltre un anno e mezzo. Senza risultare blasfemi, nessuno si strapperebbe i capelli per una sua eventuale cessione a Gennaio, anche se le possibilità che questo accada sono pari a zero.APPELLO. Ai tifosi interisti: smettetela di fischiare Pazzini. Ci sono giocatori in campo che non corrono e che forniscono prestazioni quasi penose ogni Domenica. Non è il suo caso. Si sbatte, combatte, si spacca, mena, le prende e da tutto per la maglia nerazzurra. Anche se non ci ha fatto vincere una Champions come qualcun'altro, bisogna portargli lo stesso rispetto. Anzi forse qualcosina in più. In fondo lui non ha mai detto di 'avere altre offerte da valutare prima di continuare l'avventura con l'Inter'...
© RIPRODUZIONE RISERVATA