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No davvero, non sono le idee a mancare. Si potrebbe obiettare che forse non sempre sono delle migliori. Confuse, contraddittorie, talvolta di difficile comprensione. Qualcuno ha detto che se in un articolo ci sono più di due idee, una è di troppo. Un concetto minimalista, che potrebbe rivelarsi una buona soluzione per i momenti difficili. Questo momento difficile. A volte fare le cose semplici è l'unico modo per tornare a far quadrare quelle più complesse.
Gasp scende in campo con un 3-5-2, rinforzando il settore che più vacilla nel gioco dell'Inter: il centrocampo. La partita non regala grosse emozioni. Nè l'Inter, nè la Roma sono le squadre di una volta. E sembra quasi che entrambe siano piuttosto sollevate da questa constatazione. Non pungono quanto dovrebbero e tutto rimane nel limbo del vorrei ma non riesco. Gasp non è sicuramente (per ora) un allenatore baciato dalla fortuna. Sia Milito che Sneijder arrivano tanto così dalla rete. Ma quella palla ultimamente sembra proprio non voler entrare. Il tecnico nerazzurro cambia ruolo con ruolo, San Siro scalpita, con questa Roma si può fare qualcosa di più. E' per questo che quando Forlan viene richiamato per lasciare spazio a Muntari la coscienziosa contestazione del Meazza si rompe in un tuono di fischi carichi di incredulità.
Perchè, Gasp? L'obiettivo in quel momento, il nostro, il tuo, quello di ogni squadra che si rispetti doveva essere VINCERE. Almeno bisognava provarci. E' assolutamente incomprensibile pensare che si sia voluto proteggere uno scialbo zero a zero. Con quali obiettivi di stagione? La salvezza? Fino a poco tempo fa piuttosto che perdere si sbatteva Samuel a fare il centravanti. Magari poi si poteva pareggiare o perdere. Di solito però si vinceva.
In società il messaggio morattiano esclude un esonero di Gasp e rinnova la fiducia nelle sue capacità. Tutto quello che invece emerge da sussurri nemmeno troppo silenziosi intorno al presidente è esattamente il contrario. L'allenatore sembra non convincere. C'è chi si chiede se sarà all'altezza. C'è chi mormora invece che la scelta non sia mai stata una scelta convinta. Conviene schierarsi di netto per una posizione o per l'altra. Che si difenda una scelta o la si rinneghi è necessario che quell'uomo forte che ieri la curva acclamava a gran voce con uno striscione si ripalesi. Ne abbiamo urgente bisogno. Per proteggere la squadra dagli attacchi esterni. Per sottolineare, quando serve, il rigore non dato. Per chiedere a qualcuno che abbia voglia di darci una spiegazione logica perché se noi abbiamo giocato in Champions mercoledì, il nostro impegno di campionato era fissato per il sabato sera. Al contrario il Milan ha giocato martedì contro il Barca e domenica sera contro il Napoli. Strane coincidenze?
Tornando a noi, c'è da lavorare. E non poco. Mettere un po' d'ordine in tutta questa confusione sarebbe già un'ottima idea.
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