editoriale

Ma siamo l’Inter o la Longobarda?

Alessandro De Felice

“Rummenigge è nostro per due anni, lei resti qui e aspetti. E’ fatta, fattissima. Anzi abbiamo preso Maradona, attraverso una serie di spostamenti di giocatori in regime di svincolo sono riuscito ad avere i 3/4 di Gentile e i 7/8 di...

"Rummenigge è nostro per due anni, lei resti qui e aspetti. E' fatta, fattissima. Anzi abbiamo preso Maradona, attraverso una serie di spostamenti di giocatori in regime di svincolo sono riuscito ad avere i 3/4 di Gentile e i 7/8 di Collovati più la metà di Mike Bongiorno". Anche se potrebbe sembrare il mercato che si sviluppa in casa Inter da due anni, fortunatamente questa è solo una scena del bmovie cult degli anni '80 "L'allenatore nel pallone".La preoccupante somiglianza però tra il film e le (non) operazioni di mercato dell'Inter, è ciò che tiene i tifosi in fermento e che preoccupa maggiormente dato che siamo al 25 di Agosto e siamo ancora tutti in attesa di un nome che possa arricchire realmente la rosa. Non mi si venga a dire il solito ritornello tipo 'Milito e Sneijder sono i nostri due migliori acquisti' perchè li abbiamo in rosa da 3 anni ormai e nessuna squadra modello Barcellona o Real Madrid si vanta di non aver fatto partire i propri top player senza acquistarne degli altri. Lasciamo fare questi discorsi alle squadre che lottano per la salvezza e che riescono a trattenere la propria 'stellina' ancora per un altro anno prima di fargli fare il salto di qualità.A questa preoccupante immobilità sul mercato, che ha portato soltanto ad Alvarez, Jonathan e Castaignos (3 talenti certo, ma per affermarsi nel calcio italiano si sa che ci vuole tempo), si è aggiunta ieri la partenza di Samuel Eto'o per una cifra insignificante rispetto al reale valore del giocatore: 21 mln di euro + 4 di bonus. Se si pensa che al Barcellona per Dani Alves sono stati offerti 35 mln di euro dalla stessa squadra dell'Anzhi, bisogna fermarsi a riflettere.I russi hanno capito che è facile fare spesa in Italia, ma a tutto si deve porre un limite.La domanda sorge spontanea quindi: scarsa capacità della nostra dirigenza a piazzare il giocatore ad un prezzo più alto, o bravura degli emissari del Daghestan a condurre la trattativa realizzando i propri interessi? Di solito questi sceicchi, zar e compagnia cantante, che entrano nel mondo del calcio, non sono conosciuti come 'mostri di arguzia' nelle operazioni di mercato ergo, è facile optare per la prima risposta.Cosa sta accadendo allora dalle parti di Corso Vittorio Emanuele? Perchè non viene data una spiegazione a questo stallo, che sembra essere il leit motiv dell'operare nerazzurro da due anni a questa parte?Per ora tutto tace ai piani alti. E mentre dall'altra parte di Milano c'è chi riesce a prendere un sig. Aquilani in prestito gratuito con diritto di riscatto, sui giornali noi 'poveri' interisti continueremo a leggere "Metà Pandev, per 1/4 di Kucka più 2/3 di Palacio, meno 1/5 di Muntari, più la comproprietà di Thiago Motta per una coscia di Diego Forlan, meno il vitalizio sulla casa di Casemiro..."