editoriale

Maglia a terra? No. Giocatore normale che guadagna e costa come un top: ecco il problema

Daniele Mari

Nelle ultime settimane, nonostante le smentite di Roberto Mancini e la durissima presa di posizione della Curva Nord, il nome di Mario Balotelli è stato continuamente e ossessivamente accostato all’Inter. Quasi che la trattativa la si...

Nelle ultime settimane, nonostante le smentite di Roberto Mancini e la durissima presa di posizione della Curva Nord, il nome di Mario Balotelli è stato continuamente e ossessivamente accostato all'Inter. Quasi che la trattativa la si voglia costruire dall'esterno più che dall'interno delle due società in questione, Inter e Liverpool.

Che i Reds si siano pentiti di aver compiuto questo "azzardo" su Balotelli (il termine è farina del sacco di Brendan Rodgers e la dice lunga sulle certezze che aveva l'allenatore quando ha deciso di fare il grande passo) sembra l'unica verità conclamata. Al di là dei giudizi severissimi di stampa ed ex giocatori (l'ultima, terrificante stroncatura è di Paul Ince, che ha definito Mario una "sciagura" per il Liverpool), è il rendimento di Balotelli ad essere agghiacciante. I Reds sono undicesimi (non solo per colpa sua ma anche per colpa sua), fuori dalla Champions e l'attaccante italiano è ancora a zero nella casella dei gol segnati in Premier, dopo 10 partite di cui 8 da titolare.

Balotelli è costato circa 20 milioni, guadagna (almeno così dicono) 5,8 milioni a stagione. Sono cifre, in un mercato depresso sceicchi a parte, da super campione. Balotelli è un super campione? Assolutamente no. E questo non è un giudizio, è un dato di fatto.

Nonostante i numeri con la maglia del Milan siano stati tutt'altro che negativi (in termini di gol e assist), Balotelli non ha mai trascinato la squadra, pur trovandosi (a detta di tutti, da Galliani all'ultimo degli opinionisti) nel suo habitat naturale. Talmente naturale che sia il Milan sia Balotelli hanno cercato disperatamente di separarsi il più rapidamente possibile. Un disastro nel Liverpool, un disastro al Mondiale (disastro complessivo), molte più ombre che luci al Manchester City. Stiamo ancora parlando di un talento che aspetta l'occasione per sbocciare.

Ma Balotelli non è più un ragazzino (va verso i 25 anni) e malgrado prime pagine (mai per motivi di campo), auto di lusso e stipendi a sei zeri (meritati?) le sue performance sono addirittura inferiori a quelle che Mario sfornava (allora sì da ragazzino) con la maglia dell'Inter.

Riportare Balotelli ad Appiano significherebbe renderlo il più pagato della rosa (ammesso e non concesso che voglia comunque ridursi l'ingaggio), portarsi nuovamente in casa gli inevitabili e ormai irreversibili casi di gossip e vita mondana (e qui le colpe sono solo in parte di Mario, che viene bersagliato anche solo perché respira)  e garantirsi, nella migliore delle ipotesi, un rendimento clamorosamente altalenante (trovatemi tre partite consecutive in cui Balotelli ha fornito prestazioni regolari).

Ho volutamente ignorato la questione della maglia gettata a terra (e non è certo stato l'unico gesto di scarsa riconoscenza verso il club che lo ha creato) perché non c'è bisogno di arrivare a tanto per giustificare il no a Balotelli. Ci sono un'infinità di motivi tecnici: basta sceglierne anche solo uno.