editoriale

Mai una carognata

Sabine Bertagna

Ci sono cose che non ritorneranno mai più. Impariamo a convivere con la nostalgia fin da piccoli e per sopravvivere ci inventiamo nuovi sogni. Più affascinanti di quelli antichi. O almeno è quello che ci ripetiamo per convincerci che sia così....

Ci sono cose che non ritorneranno mai più. Impariamo a convivere con la nostalgia fin da piccoli e per sopravvivere ci inventiamo nuovi sogni. Più affascinanti di quelli antichi. O almeno è quello che ci ripetiamo per convincerci che sia così. A volte è solo il ricordo a rendere tutto più romantico. A volte, invece, è esattamente tutto come pensavamo fosse. Per esempio, il rispetto. Nel calcio di una volta non era tutto rose e fiori, anzi. Ma c'erano alcune leggi non scritte che disegnavano il territorio del lecito e quello disonorevole della vergogna. Già. Quel sentimento che ormai non prova più nessuno.

Javier Zanetti non è solo il Capitano dell'Inter. E' un giocatore rispettato da tutti. Giocatori, ma soprattutto uomini, come lui non ne fanno più. Clonatelo, hanno spesso implorato i tifosi nerazzurri. Tra ieri e oggi sono piovuti auguri senza interruzione. Chi lo ha voluto tirare su di morale con una battuta, chi per parlare di lui si è rifiutato di mettere nella stessa frase il nome di un altro giocatore. L'esatto opposto per gesti e modi, in campo e fuori. Pupi è l'Inter come lo era Giacinto Facchetti. Come in quel caso, le due cose sono difficilmente separabili. E giocatori che abbracciano una unica fede, a dispetto di quel professionismo che tutti difendono ma del quale nessuno si è in fondo mai innamorato, non ce ne sono praticamente più. 

Per tutti questi motivi pensare ad un coro contro Javier Zanetti sembra il frutto di una fantasia crudele e irreale. I cori sentiti in Curva Sud domenica sera, dai quali si sono dissociati in fretta quasi tutti i milanisti, segnano una brutta caduta dei nostri tempi. Se si insulta uno come lui, davvero è il crollo di ogni speranza. Un tempo sarebbe bastata un'occhiata severa per far sprofondare dalla vergogna, chilometri sotto terra, chi avesse proferito quelle parole così fuori luogo. Così stonate. Mai una carognata, ha scritto oggi Nicola Cecere ricordando la sua carriera pulita e impeccabile. Pensiamo a Paolo Maldini e al rispetto che abbiamo sempre avuto per giocatori come lui. Nonostante fosse un nostro avversario gioire pubblicamente per un suo infortunio non ci avrebbe mai sfiorato. E' questo che manca, nostalgia a parte, ai nostri tempi moderni. La vergogna per aver oltrepassato il limite. Un limite che Zanetti ha sempre rispettato nella sua lunga carriera. Pazzesco. Mai una carognata.

Twitter @SBertagna