Sarà stata la lontananza dai campi di calcio di quest’ultimo periodo, ma insieme al calcio giocato è tornato immediatamente di scena anche quello (s)parlato. Molte le polemiche e le contestazioni distribuite equamente su tutti i campi. A Bergamo pesante contestazione dei tifosi dell’Atalanta all’indirizzo di Antonio Conte (la società è ora in silenzio stampa). A Parma scintille tra un assessore di Parma e Bettega, risentito perché l’assessore aveva definito durante la partita alcuni giocatori della Juve degli “scarponi” per i tanti falli commessi. E poi il caso del giorno, il caso Mario Balotelli, autore del gol della vittoria nerazzurra. Di Mario, dei cori e del razzismo abbiamo abbondantemente dato notizia e commenti in svariate occasioni. Quindi a proposito del “caso” di oggi aggiungerei solamente due considerazioni. Il pubblico del Chievo. Da sempre stimato e considerato il più corretto in assoluto è a quanto pare intoccabile, visto e considerato che anche le istituzioni si sono scomodate per respingere oggi l’attacco di Mario. Anche Verona può avere le sue mele marce in tribuna, non saranno tutti, ma ciò non toglie che le situazioni vanno giudicate di volta in volta con la giusta dose di obiettività. Se hanno fischiato così perbene non sono, se hanno insultato Mario per la solita questione è giusto che venga detto. Tra l’altro non si spiega come possa essere così sicuro il sindaco Tosi che nulla di quanto denunciato sia avvenuto, visto che non era nemmeno presente allo stadio.Mario è un ragazzino. Per una volta che Mario tiene una condotta attenta sul campo, senza rispondere alle provocazioni, diamogliene atto. Ha aspettato la fine della partita e con un tono civile e abbastanza rassegnato ha espresso la sua opinione: Ogni volta che vengo a Verona il pubblico mi fa sempre più schifo! Già, perché questa non era la prima volta. Anche nella trasferta dello scorso anno il trattamento per Mario non era stato quello consono ad un pubblico “bravo e buono”; fischi anche in quella occasione. Balotelli ai fischi dovrà abituarsi e anche in fretta, perché se glieli riserva il pubblico più corretto d’Italia figuriamoci le altre tifoserie. Ciò non toglie che siamo in un paese libero nel quale è ancora possibile esprimere in termini educati un’opinione. O no?
editoriale
MARIO E LA FIERA DEI LUOGHI COMUNI…
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