editoriale

Mea culpa. Con tante “riserve”…

E’ un’Inter fumosa quella che scende in campo nella notte delle attese contro l’altra squadra di Milano. Produce poco, tiene la palla, ma i fin dei conti non sa che farsene. Se c’è un’intesa tra i giocatori e chi...

Sabine Bertagna

E' un'Inter fumosa quella che scende in campo nella notte delle attese contro l'altra squadra di Milano. Produce poco, tiene la palla, ma i fin dei conti non sa che farsene. Se c'è un'intesa tra i giocatori e chi siede sulla panchina, ebbene questa intesa si chiama confusione. Mancano uomini, tutto vero. Ma quelli in campo non sembrano giocare per lo stesso obiettivo. Chi non è in forma (Milito), chi nonostante l'esperienza non rinuncia ai colpi di testa (Materazzi), chi infine rappresenta il futuro (Obi, Cou e Biabiany), ma non può pagare per una colpa collettiva. Le riserve e i cambi si susseguono in maniera frettolosa e poco convinta. Ci chiediamo che cosa debba fare Chivu (di ancor più deleterio) per convincere Rafa a tentare la carta Santon. Smettiamo una volta per tutte di crogiolarci con le immagini del triplete. Non si è forti unicamente per ciò che si è conquistato nel passato. Bisogna dimostrarlo. Sempre. Modulo non modulo ieri tutto sembrava messo giù un pò a caso. L'Inter non perdeva in casa da oltre due anni. Sembra un dato incredibile, ma è così. Calma piatta, toni edulcorati, dichiarazioni prevedibili: con questo ritmo sarà necessario ridimensionare le aspettative. A gennaio manca ancora molto. Troppo per sedersi e pazientare. Nell'ultimo derby giocato avremmo vinto anche in sette, ieri probabilmente nemmeno in tredici.

Nonostante tutte le colpe nerazzurre del momento non passa inosservata la direzione di gara. Il fischietto è Tagliavento, ultima partita diretta a San Siro Inter-Sampdoria (quella delle manette, per intenderci). Ineccepibile il rigore concesso ai rossoneri un pò meno ineccepibile l'atteggiamento tenuto nel corso della partita. Lascia correre anche in occasione di falli brutti (e i rossoneri ci vanno a nozze), grazia Gattuso e anche Ambrosini, non ferma il gioco su alcuni fuorigioco che per fortuna non si concretizzano (forse non aveva letto bene la regola della bandierina sul sito rossonero). Non ci stupiamo vista la benevolenza della classe arbitrale verso l'altra squadra di Milano. Ma questa volta a gridarlo non c'è nessuno.