editoriale

Misfatti quotidiani

Sabine Bertagna

Per produrre informazione non è sufficiente esprimere un’opinione. Anche se è la cosa più facile e quella che più fortifica l’ego di un giornalista. Certo, dimostrare le teorie sostenute è faticoso. Bisogna portare delle quasi...

Per produrre informazione non è sufficiente esprimere un'opinione. Anche se è la cosa più facile e quella che più fortifica l'ego di un giornalista. Certo, dimostrare le teorie sostenute è faticoso. Bisogna portare delle quasi certezze. A volte, addirittura, dei fatti. Cioè, parlare di denti marci, di eventi politici sfavorevoli (ma la Milly non era in corsa dalla parte giusta?) e di vittorie regalate da chi si è autoeliminato perché incline agli illeciti (e queste sono scelte), può veramente regalarci la misura di quanto è successo e sta succedendo in casa Inter? Non sono le offese a preoccupare (per quelle esistono sempre le querele, volendo). E' l'idea che queste possano trasformarsi in verità da gettare in pasto ai palati meno esigenti. A quelli che è sufficiente che nel mirino ci sia la squadra avversaria e sono più che soddisfatti. Tutto materiale buono per confezionare slogan da stadio. Peccato che ad urlarli siano i giornalisti. Mica sempre solo i tifosi.

Una cosa è certa. Nella disequità siamo un paese piuttosto equo. La disinformazione (o prostituzione intellettuale) colpisce in maniera trasversale da destra a sinistra, questo è certo. Anche se fa sicuramente specie che il giornalismo d'inchiesta incontri così poco favore anche dalle parti di chi ne ha sempre fatto una ragione di vita. I fatti diventano sempre più un corollario. L'idea non è facciamo un'indagine su Moratti e vediamo se è veramente così ridicolo come sembra. La mossa giusta è,  posto che non c'è nessuno più ridicolo di Moratti, vediamo con quali sconcertanti rivelazioni possiamo affermarlo. Le colpe sono importanti. Essersi preso cotte per giocatori mai esplosi, aver esonerato una sfilza di allenatori e aver amato il suo "giocattolino" più di ogni altra cosa. E' infinitamente più facile continuare a dichiarare che qualcuno ti ha rubato l'anima nonostante una pioggia di processi e di radiazioni, che essere uno sfigatissimo onestone. Quest'ultimo è tenuto a dimostrare la sua purezza in ogni singolo istante. Il ladro, invece, può glissare con eleganza sulle sue ruberie. Soprattutto se a farlo sono in tanti. Buffo, no?

E allora poco importa se parliamo di politica o di calcio. Funziona tutto più o meno allo stesso modo. Dipende dal partito che sostieni o dalla squadra per la quale tifi. Per i fatti, quelli quotidiani e non, c'è indubbiamente ancora tempo. E a quanto pare nessunissima fretta.