editoriale

Muntari, si faccia una domanda e si dia una risposta

Daniele Mari

Ci piacerebbe davvero assistere ad un’intervista di Gigi Marzullo a Sulley Muntari. Un’intervista che non potrebbe che cominciare con il più classico dei “si faccia una domanda e si dia una risposta”. Sì perchè il buon...

Ci piacerebbe davvero assistere ad un'intervista di Gigi Marzullo a Sulley Muntari. Un'intervista che non potrebbe che cominciare con il più classico dei "si faccia una domanda e si dia una risposta". Sì perchè il buon Sulley, folgorato sulla via di...Milanello, ha pensato bene di sfogare tutta la sua rabbia repressa per gli oltre 2 milioni di euro di ingaggio percepiti da abbonato alla tribuna in una serie infinita di invettive contro il direttore dell'area tecnica nerazzurra Marco Branca, il James Bond della Pinetina a giudicare dall'epiteto coniato per l'occasione dal centrocampista ghanese.

Il quale, nell'intervista confessione, si guarda bene dal farsi un bell'esame di coscienza sui tre anni (lordi) passati in nerazzurro. Arrivato come vice-Lampad (la prova tangibile che Josè Mourinho è un essere umano e può sbagliare anche malamente), Muntari in nerazzurro ne ha combinata una dietro l'altra, tra espulsioni lampo e prestazioni inguardabili.

Ma al di là del lato del lato tecnico, Muntari si dovrebbe chiedere da dove potrebbe essere nata questa "antipatia" nei suoi confronti da parte di Branca. Forse dal fatto che la scorsa estate il ghanese ha rifiutato proposte arrivate da ogni dove perché già in parola con il Milan? E' un dubbio legittimo, mai smentito da nessuno. Il Galatasaray di Terim, per stessa ammissione dell'Imperatore turco, offrì a Muntari addirittura il doppio dell'ingaggio che il ghanese percepiva all'Inter. Niente da fare. Il Rayo Vallecano, la Real Sociedad fecero altrettanti tentativi, tutti falliti. Muntari voleva il Milan? Legittimo. Anche Crespo ha giocato in entrambe le squadre milanesi, ma non ha suscitato alcuna antipatia né tra i tifosi né tra i dirigenti: un motivo ci sarà.

Quanto poi all'espressione "Amico, a me lo stipendio lo paga Moratti, come a te... Siamo tutti e due suoi dipendenti", la realtà non è proprio questa. Branca e Muntari, all'Inter, non erano parigrado e ci mancherebbe altro. Anche direttore e caporedattore di una redazione sono stipendiati dall'editore ma certamente non sono parigrado.

E Muntari non era parigrado nemmeno di quel Piero Ausilio apostrofato in modo decisamente poco rispettoso come "quello che sta sempre con Branca".

Prima di pretendere, giustamente, il rispetto sarebbe il caso di guardarsi allo specchio e chiedersi se egual rispetto si è dato. Quanto a chi abbia fatto o non fatto il bene della società, Muntari è proprio l'ultima persona a poterlo stabilire. A proposito: chi era il responsabile del mercato quando è stato acquistato Muntari e che quindi il ghanese dovrebbe (almeno in parte) ringraziare per il lauto stipendio? Muntari: si faccia la domanda e si dia la risposta.

 

Twitter: @danmari83