editoriale

NESSUN DUBBIO, TANTE CERTEZZE

Nella vita è lecito cambiare idea, ma in linea di massima alcune certezze sarebbe bene averle. Per una questione di coerenza e integrità personale, se non altro. Oggi sembrava il giorno dell’Annunciazione. L’ultima settimana, volata sulle...

Sabine Bertagna

Nella vita è lecito cambiare idea, ma in linea di massima alcune certezze sarebbe bene averle. Per una questione di coerenza e integrità personale, se non altro. Oggi sembrava il giorno dell’Annunciazione. L’ultima settimana, volata sulle note stridenti di una crescente tensione, ha contribuito ad “alzare” i toni in perfetto stile made in Italy. Tutti in religioso “silenzio” ad aspettare la parola del Grande Profeta. Che non era un giudice, il pm, la giustizia. Nossignori, era il Grande Accusato. Luciano Moggi. Incredibile, vero? Se è abbastanza comprensibile (anche se non condivisibile) che una difesa si giochi tutte le sue carte, anche quelle più disperate, è fuori da ogni logica che questo ultimo pietoso atto diventi per giornali e televisioni una nuova verità. Sono mesi che i media pendono dalle labbra di Moggi, con quei precedenti e quella presunta credibilità. Sono mesi che l’Inter, la squadra, i tifosi e Moratti devono “difendersi” da un reato che non hanno mai commesso. 

CIPE, NOI SEMPRE CON TE. Nessun dubbio ci ha mai anche solo lontanamente attraversato. Nessuno di noi ha mai dubitato. Le dichiarazioni di Gianfelice Facchetti di oggi sono piene di amarezza, ma anche piene di quella voglia di combattere per le cose giuste che hanno contraddistinto l’esistenza del padre. E’ proprio lui a rimarcare l’unica notizia del giorno e cioè che Giacinto non ha pronunciato la fatidica frase “mandaci Collina”, pronunciata invece da Bergamo. Fa pena pensare che i giornali (compreso il massimo giornale sportivo milanese) abbiano proposto questo dettaglio di evidente importanza come una interpretazione di Gianfelice. Fa pena pensare che non ci sia rispetto per nessuno. Nemmeno per la verità. Tutto questo dolore gratuito avrà uno scopo? “C'è una cosa mirata, ed oggi ne ho avuto la conferma.” ha aggiunto il figlio di Giacinto. Segno che ci si dovrà ancora una volta difendere dal fango, scansare le calunnie e spostare l’attenzione sulla realtà che nessuno vuole vedere. A Giacinto uno come Mourinho sarebbe senz’altro piaciuto. Dietro la personalità di Special One avrebbe intravisto passione per il calcio e amore per la lealtà sportiva. Chissà che una delle prossime volte il ritardo di Mou nel rientrare con la squadra in campo non si trasformi in un non presentarsi più. Come a dire, tenetevi il vostro calcio sporco. A noi non serve. Abbiamo già il Cipe e con lui tante certezze…