editoriale

Nicchi: una paternale scomposta e fuori luogo che dà  ragione a Moratti

Daniele Mari

“C’e’ chi ha tante cose da dire e poi qui non dice niente, c’e’ chi che non conosce bene alcune norme, rischia di creare problemi agli arbitri e fare danni in campo alla propria società. A chi mi riferisco? A quelli...

"C'e' chi ha tante cose da dire e poi qui non dice niente, c'e' chi che non conosce bene alcune norme, rischia di creare problemi agli arbitri e fare danni in campo alla propria società. A chi mi riferisco? A quelli che erano assenti. A meno che non sei assente giustificato...".

Marcello Nicchi, presidente dell'Aia, ha risposto così alle critiche veementi di Walter Mazzarri degli ultimi giorni. Come dite? Mazzarri non parla di arbitri dal 9 gennaio? E' curioso perché a sentire i ripetuti attacchi dei vertici dei fischietti nostrani nei confronti dell'Inter si direbbe che siano sottoposti a critiche feroci un giorno sì e l'altro pure.

La paternale che Nicchi ha voluto regalare gratuitamente a Mazzarri è stata dettata dall'assenza del tecnico nerazzurro all'incontro con arbitri e capitani. Mazzarri è stato sostituito da Frustalupi, suo secondo, una premura che non tutti i tecnici assenti hanno avuto (quasi il 50% degli allenatori non si è presentato). Ma non c'era bisogno di fare nomi e cognomi per capire a chi fosse rivolta la frecciata di Nicchi.

Il quale, tra le altre cose, ha puntato bene il mirino ma ha mancato completamente il bersaglio. Accusare Mazzarri di non conoscere il regolamento significa non aver ascoltato le critiche mosse dall'allenatore nerazzurro alla classe arbitrale prima del 9 gennaio. Né Mazzarri né l'Inter hanno mai puntato il dito contro un'errata applicazione del regolamento. Quello che è stato universalmente riconosciuto (persino media che vedono il nerazzurro come fumo negli occhi) è una evidentissima disparità di trattamento per episodi identici e chiari dal punto di vista regolamentare.

Il rigore negato contro il Milan, quello incredibilmente non concesso a Milito a Udine (nella foto) e il fuorigioco di Nagatomo contro il Chievo, tanto per restare agli episodi più vicini in ordine di tempo, non richiedevano alcuna spiegazione regolamentare. Richiedevano semplicemente una corretta applicazione del regolamento. E non c'era bisogno della presenza di Mazzarri per fare un po' di autocritica.

Ma l'autocritica non va a braccetto con l'arroganza. Quella stessa arroganza di cui aveva parlato Moratti e che Nicchi ha voluto pervicacemente confermare.