editoriale

Non è da questi particolari che si giudica un giocatore

Sabine Bertagna

É un momento decisivo quello del rigore di Pirlo, nella partita con l’Inghilterra. Siamo 2 a 1 per gli inglesi e Montolivo ha sbagliato l’ultimo penalty. Sarebbe interessante scoprire cosa frulla nella testa dei giocatori in quel...

É un momento decisivo quello del rigore di Pirlo, nella partita con l'Inghilterra. Siamo 2 a 1 per gli inglesi e Montolivo ha sbagliato l'ultimo penalty. Sarebbe interessante scoprire cosa frulla nella testa dei giocatori in quel brevissimo frangente che li separa da un atto così importante e a volte definitivo. Qualcuno pensa a fare la cosa più semplice, un tiro di potenza, magari nell'angolino privilegiato. Lui no. Fa una cosa che é in bilico tra il genio e la follia. Un cucchiaio deciso, incredibile, spiazzante. Che come tutti gli atti volutamente sprezzanti del pericolo ha il pregio di spezzare e intimidire il ritmo degli avversari. Di permettere di ribaltare il risultato. E infine di abbracciare una sacrosanta vittoria.

Detto questo, il dibattito italiano che si é scatenato nelle ore successive alla partita degli azzurrié quantomeno curioso. Pirlo meriterebbe il Pallone d'Oro. Per questi Europei e per quanto fatto nella Juve di quest'anno. Nulla da ridire sul fondamentale apporto fornito in entrambe le gloriosissime competizioni. Ma c'é un ma. Prima di tutto la concorrenza. Se fino a ieri dare il Pallone d'oro per i prossimi dieci anni a Messi rappresentava un dogma universalmente riconosciuto, questo rigore che incornicia una stagione stupenda non cambia di molto le cose. Messi é Messi. Il dio che adoravate fino a ieri. Ve lo ricordate?

Ma non c'é solo il pupillo di Maradona. Per quanto a molti CR7 ispiri un fastidio non comune (sarà che gioca nel Real? Che é sempre così perfettamente depilato? Che é spesso stato protagonista delle pagine dei tabloid?), il portoghese ha dalla sua qualità da supereroe del calcio. Gli amati numeri ci raccontano di un giocatore che, a dispetto di quanto si va spesso ciarlando nei vari bar sport, é fondamentale per la squadra nella quale gioca, ma la stessa squadra non ne é succube e dipendente come tanti vanno raccontando. In soldoni se togliamo i gol di Ronaldo al Real il risultato non cambia, se togliamo i gol di Messi al Barca ci ritroviamo i catalani in Europa League. Non vogliamo discutere le magie dell'argentino, ma non sottovalutiamo la potenza e la velocità del portoghese. Al momento una delle massime espressioni del calcio moderno. Che ci piaccia o no.

Nell'assegnazione del Pallone d'Oro, lo avrete indubbiamente intuito, contano a volte più i requisiti non scritti, che quelli espressamente formulati. Nel 2010 non considerare fondamentale l'apporto di Milito all'Inter con tanto di trofei, storia e leggenda scritta in meno di venti giorni, non inserendo il giocatore nei papabili e ignorare il ruolo incredibile disputato da Sneijder nello stesso anno fa sorridere. E quindi Pirlo Pallone d'Oro è un'esternazione dettata da un comprensibile nazionalismo, che si ridimensiona da sola. Fosse anche solo per il fatto che il giocatore juventino quest'anno ha saltato l'impegno gravoso di una competizione come la CL. Dimostrare quello che ha dimostrato lui, giocando ogni tre giorni é decisamente un'altra storia. Con tutto il rispetto che abbiamo per una carriera incredibile come la sua. E per l'onestà della sua conferenza stampa (anche se l'unico sassolino che cita sappiamo bene a chi é rivolto). "Impossibile vincere il titolo con due come Messi e Ronaldo" ha detto ai giornalisti. Incredibile che lo abbia dovuto spiegate lui a loro. Incredibile, ma ammirevole. 

Incomprensibile é invece il modo con il quale il Milan si é sbarazzato di lui. Come un ferro vecchio non piú utilizzabile. L'allenatore rossonero gli ha preferito Van Bommel. Il problema non é solo averlo ceduto, ma averlo regalato alla diretta avversaria, la quale senza questo giocatore non avrebbe probabilmente vinto lo scudetto. Di recente Allegri, probabilmente per giustificarsi, aveva dichiarato che le motivazioni sono tutto e che quelle di un giocatore che rimane dieci anni nello stesso posto non possono rimanere sempre uguali. Peccato che Pirlo avesse bussato alla porta del Milan per rimanere. E che una volta chiusa quella porta alle sue spalle abbia fatto parlare i risultati per lui. Secondo Allegri nasce tutto da un sentimento di rivalsa nei confronti dei rossoneri. Per Pirlo parlano i risultati, per Allegri quelli mancati. Un retroscena paradossale, questo, decisamente molto più intrigante della aleatoria discussione sul Pallone d'Oro, innescata da un fantastico rigore. In fondo, non é mica da questi particolari che si giudica un giocatore.

Twitter @SBertagna