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editoriale
Il destino ha deciso che doveva essere così. Di nuovo Champions League, di nuovo Bayern. Possiamo serenamente immaginare che questa sfida non ha nulla a che vedere con quella del 22 maggio, ma non possiamo impedire che i ricordi si affollino prepotenti. Scorci di una Madrid assolata rievocano l'attesa più lunga. Noi proiettati nella leggenda. E il Bayern può anche nascondersi dietro alla puerile convinzione che la nostra vittoria fosse frutto di una partita giocata in difesa. Eravamo battibili anche a Madrid? Beh, la domanda sorge abbastanza spontanea. Perchè non lo avete fatto? Perchè non ci avete battuto? Abbiamo vinto 2-0, Diego Milito e ancora Diego Milito. Questa volta lui non ci sarà. Il grande assente, non solo di questa partita ma anche della stagione in corso. Stavolta toccherà a Leo sviscerare lo spirito giusto per contrastare quella che è senza ombra di dubbio una squadra forte e quadrata con individualità di peso. Come in tutte le partite di Champions anche il minimo dettaglio avrà un suo ripiegamento, positivo o negativo, sugli eventi. Nella routine che vede scendere in campo i nerazzurri ogni tre giorni, questa partita assume sfumature importanti e richiede uno sforzo maggiore. Anima, cattiveria, voglia di vincere. Il popolo nerazzurro ci sarà. E con lui anche un tifoso speciale rimasto a Madrid...
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