editoriale

“NORMAL MAN”. ELOGIO A CAPITAN ZANETTI…

Alessandro De Felice

Il calciatore che fa notizia sul nostro sistema mediatico è quello che interpreta al meglio il binomio calciatore/velina. Quello che manda a cagare il suo allenatore per una sostituzione, che arriva in ritardo agli allenamenti guidando una...

Il calciatore che fa notizia sul nostro sistema mediatico è quello che interpreta al meglio il binomio calciatore/velina. Quello che manda a cagare il suo allenatore per una sostituzione, che arriva in ritardo agli allenamenti guidando una fuoriserie, che non rientra in tempo da una vacanza, che litiga in campo con un compagno, che fa falli cattivi verso un avversario e poi mostra i denti e la faccia dura, accenna a una reazione, minaccia ritorsioni, manda l'arbitro in quel posto per non dire del guardalinee, esibisce decine e decine di tatuaggi - quasi l'intera mappa della sua vita - esulta esibendo sotto la maglia scritte di ogni genere (nel migliore dei casi), sceglie pettinature post-pank o etniche, indossa orecchini grandi come noci, occhiali mega spaziali super trendy, abiti a metà strada tra un bazar marocchino e una sfilata new tendence a Soho.Javier Adelmar Zanetti è esattamente l'opposto di questo prototipo. Nasce 36 anni fa a Buenos Aires in una famiglia operaia e dal 1995 gioca nell'Inter (di cui è anche capitano) nel ruolo di difensore o centrocampista. Della sua infanzia agra Zanetti ricorda i mattoni rossi che usava il padre per costruire abitazioni popolari e la pelota che inseguiva in ogni angolo della periferia di Buenos Aires.Nato come esterno destro di centrocampo oppure difensore esterno di difesa nel Banfield (serie A argentina), nella sua lunga carriera Zanetti è stato un vero e proprio "jolly", avendo giocato in quasi tutti i ruoli possibili in difesa e a centrocampo. Possiede un buon bagaglio tecnico ed un'eccellente resistenza, nonché una buona velocità, un pregevole dribbling e soprattutto un eccellente (strabiliante) possesso palla. Direi anzi che il possesso palla è il suo principale punto di forza. Guardandolo, ricorda il calcio praticato dai ragazzi, che più la tieni e più pensi di dimostrare forza e superiorità di gioco.Javier Zanetti ha esordito in Serie A il 27/08/1995 in Inter-Vicenza terminata 1-0. Al suo primo anno nella Serie A italiana convinse i più scettici grazie ad una notevole prestanza fisica e ad una propensione verso il pressing ed il gioco veloce. Le 32 partite disputate ed i due goal segnati lo portarono a essere titolare inamovibile dell'Inter, di cui è diventato anche capitano dopo il ritiro di Giuseppe Bergomi. Con l'Inter Zanetti ha vinto 4 Scudetti (2006, 2007, 2008 e 2009), 2 Coppe Italia (2005 e 2006), 3 Supercoppe italiane (2005, 2006 e 2008) e 1 Coppa UEFA (1998) battendo in finale con un secco 3-0 la Lazio anche grazie ad un suo gol straordinario (sgroppata a tutto campo a seminare avversari e bomba da fuori a fil di traversa).Javier Zanetti ha qualità fisiche non comuni tanto da essere secondo nella classifica di presenze di tutti i tempi con la maglia dell'Inter. Ad oggi ne ha collezionate oltre 650 (dietro solo a Giuseppe Bergomi che ne ha sommate 759). Zanetti detiene tuttora la serie più lunga di presenze consecutive in Serie A, avendo disputato gli ultimi 127 incontri consecutivi in campionato raggiunti nell'ultima esaltante partita di domenica sera vinta contro il Milan per 2 a 0. Se poi consideriamo anche le gare europee le partite consecutive salgono a oltre 150 (un assoluto record mondiale, che si aggiunge a quello incredibile di aver giocato ogni gara del campionato italiano 2009 per tutti i 90 minuti senza mai essere sostituito). Con l'Inter Javier Zanetti ha praticamente disputato consecutivamente gli ultimi due campionati e mezzo, senza mai un infortunio, un problema, una pausa, una assenza. E anche negli anni precedenti non si ha notizia di una sua assenza se non estemporanea. Nel mondo dorato del pallone, dove un piccolo risentimento muscolare spesso mette fuori campo i calciatori anche per settimane, Javier Zanetti è una mosca bianchissima. Nessuno come lui.Nel marzo 2004 Pelé ha inserito Javier Zanetti nella speciale classifica del FIFA 100.Questi i freddi numeri recuperati anche grazie alla nostra memoria, ai nostri almanacchi e a wikipedia. Ma Javier Zanetti è anche altro: è il giocatore forse più corretto al mondo, o comunque si gioca questo bel primato con pochissimi altri. In quindici anni di militanza nel campionato italiano con l'Inter mai abbiamo visto Javier Zanetti consumare un fallo cattivo (anche appena appena cattivo o maleintenzionato) verso un avversario. E dire che tutto il suo calcio basato sulla fisicità viene costantemente mediato da un sentimento di mitezza, rispetto per l'avversario e amore verso l'essere umano che c'è dietro, che non conosce pari e denota un pudore, una attenzione verso il prossimo da fare tenerezza e commuovere visti i tempi.Di Javier Zanetti sono conosciuti la correttezza estrema, la lealtà sportiva e nella vita, l'onestà cristallina, le doti umane straordinarie. Mai ha fatto parlare di se per qualcosa fuori posto, mai la squadra e la società in cui milita da quasi 15 anni si sono trovate in difficoltà per sua colpa. Anche nei momenti peggiori (e all'Inter negli ultimi 15 anni di momenti difficili ce ne sono stati) Javier Zanetti si è sempre dimostrato all'altezza del compito. Non una sbavatura è riscontrabile nella sua lunghissima carriera. A 19 anni era già sposato con la sua Paula. Ancora oggi è possibile vederli mano nella mano a passeggio per Milano o protagonisti di tante iniziative a favore degli ultimi. La scadenza dei contratti di Zanetti sono pura formalità. A ridosso della data Moratti lo chiama nel suo ufficio o un pomeriggio di domenica nella sua abitazione di Milano e insieme decidono per quanto tempo ancora. Entrambi vorrebbero per sempre. Di Javier Zanetti i suoi detrattori (pochissimi, ma tra questi anche alcuni tifosi interisti) dicono che "porta troppo la palla" e che "manca di cattiveria". Forse hanno ragione, ma a noi piace proprio per questo. Perchè ci riporta indietro a quando eravamo ragazzini, a quando ci siamo innamorati del pallone. Piccoli difetti a parte, Javier Zanetti (ribattezzato dai tifosi interisti el tractor) ha assunto in questi ultimi anni uno spessore e una dimensione di grandissimo campione e la stagione in corso, se mai servisse, lo sta celebrando come autentica architrave portante del gioco interista e di tutta la squadra. Forse pochi calciatori interisti sono entrati nel cuore e nella memoria dei tifosi della Beneamata come Javier. Molti (noi tra questi) preconizzano per lui un ruolo centrale in società quando (speriamo più tardi possibile) appenderà gli scarpini al chiodo. In un mondo (anche quello pallonaro) divorato dalla avidità e dalla superficialità e dal culto del sembrare in luogo dell'essere, ho voluto raccontare le ordinarie qualità di un calciatore e di un ragazzo straordinario che ha accompagnato in modo esemplare ogni momento della nostra avventura di appassionati di calcio negli ultimi 15 anni. Per questo auguro a Javier Zanetti ancora dribbling e takle a volontà sui campi di gioco italiani e di tutto il mondo (anche quello di una finale Champions magari) e quelle discese palla al piede e ciuffo in resta. Ovviamente con il pettinino sempre pronto nella tasca dei pantaloncini per sistemarsi la geometrica zazzera all'occorrenza (così vuole la leggenda).