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editoriale
A questo punto della stagione l'impazienza per i primi verdetti si fa sentire come la voglia di primavera. Un fremito sempre meno silenzioso, che sfianca i tifosi e sprona i protagonisti a giocarsi tutto sull'ultimo pericoloso segmento di gara. Quello decisivo. Non mancano le analisi spietate. Si poteva fare di più? Bastava una vittoria lì e un pareggio qui. Bastava...Se corriamo veloci alla prima parte di stagione, senza per una volta assegnare croci ai presunti colpevoli, il fatto che i nerazzurri siano lì dove sono rimane un dato di fatto incredibile. Questo nonostante gli infortuni pesanti come epidemie, una totale assenza di feeling con l'allenatore nella prima parte dell'anno, l'impegno del Mondiale per club. Ovunque la si legga, questa stagione ha avuto ancora una volta come protagonista indiscussa l'Inter. Intanto perchè ha già portato a casa due titoli, che se solo fossimo un tantino più sbruffoni come qualcuno dall'altra parte del naviglio, avremmo osannato e incensato per mesi. E poi perchè essersela giocata così da vicino significa più o meno una sola cosa. Che i meriti delle altre squadre passano per un importante demerito dei nerazzurri: quello di aver rallentanto la sfrenata corsa iniziata cinque anni fa. A cinque punti dalla prima in classifica e in vista di una missione quasi impossibile in Champions l'Inter è ancora lì. Tenace e folle. Può chiudere con due titoli la stagione. Ma potrebbe anche provare a confrontarsi con i brividi di un'impresa. A questo punto non c'è più nulla da perdere...
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