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"O capitano! Mio capitano" è una poesia scritta dal poeta e scrittore statunitense Walt Whitman nel 1865. Cito questa opera facendo riferimento all'unico capitano riconosciuto da noi tifosi...l'instancabile Javier Zanetti.Un simbolo, una vera bandiera, un professionista integerrimo. Nel caso avessimo avuto bisogno di conferme, quest'oggi abbiamo assistito ad una scena stoica: colpito nel basso ventre da una pallonata di Liverani, non ha esitato neanche per un momento e ha continuato a giocare sino a quando Cambiasso ha recuperato il pallone trasformando l'azione da difensiva ad offensiva. Il dolore era forte, ma lui era li in campo, marmoreo come sempre, non poteva abbandonare la squadra "perchè stavamo vincendo" spiegherà in seguito ai cronisti che volevano saperne di più su ciò che era accaduto. Traendo esempio da questi fatti, possiamo capire come abbia fatto dal 95 ad oggi a collezionare oltre 700 partite con la maglia nerazzurra. Un comportamento che deve essere da esempio per i più giovani e da monito per tutti i simulatori che affollano i campi della nostra serie A, pronti ad accasciarsi al suolo ad ogni minimo contatto, quasi avessero subito un colpo di pistola.Non come quel numero 45, che lo scorso anno in occasione della sfida contro la Fiorentina in Coppa Italia, si fermò nell'area avversaria per aver perso una "lente"...ma il passato non ci interessa.Si dice che il passato lo rimpianga chi non ha futuro, ma il nostro futuro ha lo stesso nome del presente: Javier Zanetti. Capitano coraggioso, che considera la maglia nerazzurra la sua seconda pelle. Buone cose Javier e continua la tua corsa verso nuovi trionfi di cui noi tifosi non saremo mai sazi.
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