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Una stoccatina a Zdenek Zeman, un'altra - più velata, ma certa - all'Inter. Una è arrivata da John Elkann, l'altra da Andrea Agnelli. L'universo anti-Juve occupa un posto centrale nei pensieri dei dirigenti della società torinese che non dimenticano mai di andare contro i 'cattivi'.
IL BOEMO - L'allenatore della Roma è stato uno dei pochi a dire sempre quello che pensava su quella che è considerata la signora del calcio. Dai tempi dell'inchiesta sul doping, passando per Calciopoli, arrivando a Conte e al calcioscommesse. Se al tecnico viene chiesto un suo parere sul mondo bianconero lui ci mette il colore e la polemica è sempre servita. Certo i media ci vanno a nozze, ma è innegabile che si tratta di due modi di intendere il calcio completamente diversi.
OPPOSIZIONE - Filosofie irrimediabilmente distanti. Come quelle che hanno a che fare con l'opposizione per eccellenza del calcio italiano: Inter-Juve. Perché il derby d'Italia è quello che piaccia oppure no e non è cominciato certo con la retrocessione in Serie B dei juventini e lo scudetto assegnato agli interisti. Non c'è mai stato grande feeling. E' risaputo tra quelli che tifano per l'una e sono consapevoli di non poter avere nulla in comune con l'altra. Due pianeti paralleli che genarano scontri inevitabili in campo e fuori. Dalla Primavera mandata sul terreno di gioco per protesta, al 'giovin signore': non ci sono mezzi termini che tengano.
STOCCATA E FUGA - Stavolta il presidente della Juventus A.A, per il quale la sua squadra (lo ha detto lui) è 'amore e passione', ha rifilato - anche se era perfettamente evitabile e fuori luogo - una battutina sul mercato ai rivali storici: "Se avessimo i soldi di altre società sarebbe più facile, ma non sempre chi ha più soldi vince. In passato c'è chi ha speso tanto e raccolto poco".
NO ES AMOR... - Sarebbe poco chic fare i nomi. E allora serve ironia che si sa, in casa Inter, è una questione di stile. Ma a volte sentire certe cose fa riflettere. Dopo quel benedetto (sempre sia lodato) triplete, il rumore dei nemici si è fatto più intenso, l'odio è diventato più profondo, la simpatia dei perdenti è stata scacciata quasi come fosse una macchia e ha fatto posto ad un'antipatia che non avrebbe spiegazione se non fosse riferita ad un record, a quello di essere stati primi e unici in Italia a vincere in maniera netta e indiscutibile. Cosa che chi dice che le vittorie sono l'unica cosa che conta, non fa quasi mai.
OBSESION - Da allora gli altri parlano delle loro squadre, ma poi si riferiscono - in qualche modo - sempre ai colori nerazzurri. Con allusioni, mai con frasi dirette, così se qualcuno si sente pungere nell'orgoglio gli si può sempre dire che l'indirizzo sul messaggio era diverso. Siamo diventati un'ossessione.
ASSIST - Il riferimento non è per niente casuale: si parlava proprio di Inter (e di chi se no? Il City ha speso e vinto. Il Psg ha speso tanto ma è ancora presto per dire che non vincerà...). Si è vero: Moratti spendeva tanto, (glielo rinfacciano sempre e adesso gli rinfacciano che spende poco), ma non riusciva a raccogliere molto. Dopo anni di omissioni che erano istituzione, bugie, omertà, rigori negati (fosse solo per quelli...) - e qualche intercettazione nota - si è scoperto il perché. E non servono giri di parole.
Twitter@EvaAProvenzano
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