editoriale

Ora più che mai #SaveKovacic. Da chi? Anche da certi interisti. Ma per fortuna…

Daniele Mari

Una stagione per certi versi maledetta, che stronca sul nascere sogni di gloria proprio quando la strada intrapresa sembrava ormai aver portato la truppa fuori dal tunnel. E allora, come spesso accade nel mondo del calcio, è caccia al colpevole....

Una stagione per certi versi maledetta, che stronca sul nascere sogni di gloria proprio quando la strada intrapresa sembrava ormai aver portato la truppa fuori dal tunnel. E allora, come spesso accade nel mondo del calcio, è caccia al colpevole. Di chi è la colpa? "Di Mancini che ha fatto riposare inutilmente Shaqiri". "No, di Podolski che non sa battere neanche un calcio d'angolo". "Macché è di Handanovic". "No, è di Ranocchia". Ma se neanche ha giocato. Fa niente, quando le cose non vanno come uno vorrebbe vale più o meno tutto e il contrario di tutto.

Ma soprattutto la colpa è sua, di Mateo Kovacic. Non importa se appena sette giorni fa (in una partita comunque opaca del croato, voglio essere chiaro), l'interista ha esultato per una vittoria proprio grazie ad un gol di Mateo (per inciso: non si dice spesso che il campione è quello che risolve una gara anche toccando un solo pallone in 90 minuti?). Ora è il suo turno: è colpa sua. L'anno scorso a scaricare le responsabilità sulle fragili spalle del classe 1994 fu qualcuno di più importante di un tifoso. E nacque così l'hashtag #SaveKovacic, che divenne virale in poco tempo.

Ora sarebbe il caso di riproporlo, forse urlarlo con ancora maggiore forza. Ma da chi deve essere salvato Kovacic? A scanso di equivoci, il numero 10 nerazzurro sta giocando male. In alcuni casi, come ieri, molto male. Mancini aveva avvertito, aveva quasi voluto creare uno scudo: "Ha 20 anni, deve poter sbagliare. Alternerà grandi partite a partite mediocri, è la normalità. Ma è la base per il nostro futuro ed è uno dei miei preferiti".

Niente, nemmeno le parole del Mancio sono servite. La caccia al colpevole non risparmia nessuno. E' stato il turno di Guarin, quello di Icardi, quello di Ranocchia è più o meno fisso da inizio anno. Ora tocca a Mateo. Che comunque, in una stagione di alti e bassi, ha già timbrato il cartellino 8 volte. Si diceva che non segnasse mai, neanche a porta vuota. Beh non sembra sia esattamente così.

Kovacic non è decisivo. Almeno non ancora. Non è Shaqiri, che è bene ricordarlo ha vinto un Triplete in carriera, lo scudetto in tutte le stagioni che ha giocato. E' un top player fatto e finito, non c'è niente da scoprire. Per Kovacic il discorso è diverso: deve trovare una collocazione tattica definitiva (e qui solo Mancini può aiutarlo), deve acquisire quella personalità, quella forza d'animo, quella convinzione che ancora non ha. Kovacic deve entrare in campo con la sicurezza, quasi la spocchia di chi sa di essere più forte di compagni e avversari. Non ce l'ha. Non ancora.

Ma il talento quello sì è indiscutibile. Solo un cieco può non accorgersi di che gioiello l'Inter abbia un casa. Ma la caccia al colpevole deve andare avanti. Impietosa.

Ma per fortuna molti interisti hanno imparato dagli errori del passato, in primis in società. Ogni gol di Coutinho ha il sapore della beffa, della frecciata dritta al cuore. Il piccolo brasiliano è stato svenduto dalla società e quasi cacciato dal continuo brusio dei tifosi. Che ieri, invece, hanno applaudito in grandissima parte Mateo Kovacic all'uscita dal campo. Perché sono interisti, perché non c'è niente di male a maturare e a capire di aver sbagliato in passato. Perché Kovacic ha appena rinnovato il contratto credendo lui per primo nell'Inter, quando c'è Ancelotti che lo vuole al Real da almeno due anni.

L'interista sa, ha capito. E ha applaudito una delle peggiori prestazioni di Kovacic da quando è in Italia. Ma purtroppo il mondo Inter è vasto, il web lo è ancora di più, non tutti hanno pazienza e lungimiranza. E allora giù sentenze, giù insulti, giù richieste di cessione per il "bidone".

Errare è umano, perseverare è diabolico: #SaveKovacic. Il ragazzo è un puro, non può non risentire di un'atmosfera di scarsa fiducia. Ma per fortuna il Meazza ha risposto, la società ha risposto, dimostrando anch'essa grande maturazione e grande capacità di lettura delle situazioni del passato. La calma serafica di Piero Ausilio piace, rassicura. L'Inter sa che valore ha Kovacic. Fanno ridere le valutazioni della stampa inglese di oggi: imbarazzanti. Non ci sarà un Coutinho bis perché l'Inter ha capito, gli interisti hanno capito. #SaveKovacic da chi, invece, si ostina a non capire e a cercare disperatamente un colpevole. Ricadendo, ancora una volta, negli errori del passato.