Senza prenderci tanto in giro sappiamo tutti che il tifoso medio è considerato come un essere incapace di intendere e di volere, se non quando allo stadio prende l’iniziativa illuminato da lampi di depravata maleducazione e diseducativa violenza. Un povero ignorante. Beh, a leggere la bellissima prova di civiltà messa nero su bianco da alcuni tifosi nerazzurri e pubblicata sul sito della Curva Nord, non si direbbe proprio. Una curva, che quel nr.45 lo ha sempre difeso a spada tratta. Dagli insulti di tutti gli stadi d’Italia e anche dai propri tifosi spazientiti davanti alla sua frequente indolenza. Lo ha accettato anche dopo che non aveva lesinato la maglia rossonera, fosse anche per scherzo. Non c’è veramente nulla di divertente nel prendere in giro i sentimenti di un tifoso. E non c’è niente da perdonare nel gesto imperdonabile di buttare in terra la maglia della tua squadra. E’ un gesto che va oltre ogni misura. Il nr.45 ha chiesto scusa, oggi. Ma i tifosi sono già un passo avanti. Hanno stigmatizzato quanto accaduto, lo hanno masticato amaramente e poi lo hanno ingoiato. E digerito. Senza nessuna possibilità di conversione o di ripensamento. La classica goccia che fa traboccare un vaso già colmo. E che crea un distacco insanabile. Un’indifferenza che al nr.45 dovrebbe incutere più paura di qualsiasi insulto malamente articolato. Nulla a che vedere con il gesto di Ibra, ci teniamo a precisarlo. Quel gesto, sicuramente forte e provocatorio, che ai tempi indirizzò ad una parte di pubblico, che si sa, a San Siro non riesce semplicemente a tenere la bocca chiusa. Che mormora e si lamenta a gran voce, per poi riappacificarsi con il mondo intero quando arriva il gol. Ma la stragrande maggioranza non è così. Pensate ad un caso Balotelli di questa portata a Roma. Pensate alla sua incolumità. A quante probabilità avrebbe avuto di non rischiare seriamente la sua vita. Pensate al derby di una settimana fa. A Beretta che prometteva provvedimenti indirizzati a colpire i facinorosi ( in quel caso praticamente tutto lo stadio). Pensate al fatto che ai tifosi giallorossi non è stata vietata nemmeno la trasferta. Pensate a questo, cari giornalisti, quando fate la cronaca delle pressioni sul nr.45. Al mobbing che la società nerazzurra gli avrebbe fatto. Pensate che noi “bauscia” siamo disposti a tutto pur di mantenere integra la dignità e l’amore per la nostra bandiera. Anche a liberarci di un nr.45 che prometteva benissimo. E tutto con una civilissima lettera d’addio. Pazzesco!
editoriale
ORGOGLIO BAUSCIA: UNA LEZIONE PER TUTTI (E ANCHE PER TOTTI…)
Senza prenderci tanto in giro sappiamo tutti che il tifoso medio è considerato come un essere incapace di intendere e di volere, se non quando allo stadio prende l’iniziativa illuminato da lampi di depravata maleducazione e diseducativa...
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