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editoriale
Siamo alle solite. Ibrahimovic decide di andare nell'altra squadra di Milano dopo essere stato un simbolo delle vittorie nerazzurre (no, una bandiera è qualcos'altro) ed è normale: i giocatori sono professionisti e vanno dove li chiamano. Leonardo viene all'Inter dopo una breve parentesi da tecnico in rossonero, per di più dopo che la sua esperienza si era chiusa per manifesta incompatibilità con il presidente ed è ovvio che sia un traditore. Esiste una sottile differenza tra le scelte nerazzurre e quelle dell'altra squadra di Milano. L'Inter non ha preso Leonardo per fare uno sgarbo al Milan, al contrario in passato i rossoneri hanno certamente voluto colpire il sentimento dei tifosi nerazzurri andando a prendere giocatori praticamente a fine carriera come Ronaldo e Vieri. Per un anno intero abbiamo dovuto sopportare le occhiate allusive tra Galliani e Balotelli, con tanto di tapiri per rasserenare la situazione. Poi l'arrivo dello svedese, che se è vero che non può essere definito uno scarto è anche vero che è andato nell'unico posto dove lo volevamo ( vi ricordate la frase vado al Barca per vincere tutto...?!?). Il passaggio di Leo in nerazzurro è stato accompagnato da un brusio rossonero di malcontento, con malcelati attacchi di bile nelle fila della dirigenza, ma dai toni contenuti. Le cose sono cambiate quando il tecnico brasiliano ha chiaramente fatto capire che abbracciava la causa nerazzurra in maniera totale e romanticamente entusiasta. Che aveva tutte le intenzioni di calarsi nello stile Inter. Un sogno. Una di quelle occasioni che ti chiamano una volta nella vita. Tutto ciò non può giustificare il cattivo gusto dimostrato dalla Curva Sud (la curva, non una manciata di tifosi) che ha esposto uno striscione che recitava: Leonardo uomo di m. Strano eh? Quando le cose si ribaltano la dignità e lo stile spariscono improvvisamente. Galliani che tremava all'idea di Dinho in nerazzurro dipinge chiaramente la situazione di ossessionato senso di rivalità che attanaglia l'altra squadra di Milano. Dopo cinque anni di vittorie nerazzurre sembra che dall'altra parte non ce la facciano proprio più. I rossoneri ce la metteranno tutta perchè quest'anno sembra davvero essere il loro. Vincono anche quando non se lo meritano, la regola del fuorigioco viene finalmente utilizzata a loro piacimento e tanti altri piccoli segnali. Ma c'è un ma. Come insegnava un grande portoghese nel calcio vai avanti con successo se capisci una piccola e imprescindibile verità. Vincere è un sogno. Non un'ossessione.
Chissà...
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