editoriale

Pandev: la rivincita di una ‘seconda scelta’

Alessandro De Felice

Che Goran Pandev, abbia l’Inter nel sangue, è cosa fuori da ogni discussione. Cresciuto nella nostra primavera, e consacrato da un “Viareggio” importante, ha dovuto vagare in lungo e largo per la penisola, prima di tornare alla...

Che Goran Pandev, abbia l'Inter nel sangue, è cosa fuori da ogni discussione. Cresciuto nella nostra primavera, e consacrato da un "Viareggio" importante, ha dovuto vagare in lungo e largo per la penisola, prima di tornare alla base. Un giocatore che a soli 16 anni gioca titolare, seppur nel campionato macedone, non può essere un brocco.Ieri Goran l'ha dimostrato ancora una volta, segnando quel 3 a 2 che ci ha regalato una insperata qualificazione ai quarti di Champions League. Il giocatore, definito spesso una 'seconda scelta', ieri ha fornito una prestazione non brillante da un punto di vista atletico, ma intrisa di cinismo sino ai limiti dell'inverosimile. Un gol e un assist per lui nella magica notte di Monaco. Un gol annunciato giorni prima, quando ha ammesso di avere qualche problema col Fato (da lui chiamato con ben altro nome...), meritato.Criticato sino allo sfinimento dai giornali, ieri con l'umiltà che lo ha contraddistinto sempre nella sua carriera, ha dimostrato di poter fare il suo anche in questa grande Inter. Pochi ricordano il sacrificio dell'anno scorso, nella stagione dei record. Passato da comprimario a fondamentale nella notte di Chelsea - Inter. Ricoprendo un ruolo non suo, mai fatto prima, ma che testimonia il suo legame con la maglia nerazzurra. Una maglia che si sente cucita addosso e che non vuole abbandonare per nulla al mondo.In tempi in cui, ogni anno si batte cassa e si mette in dubbio la permanenza in una società, lui va controcorrente. Chiede pazienza, perchè il vero Goran è quello che può fare le magie anche in Champions oltre che in campionato. E fa nulla se a Brescia, non è riuscito a segnare il gol della vittoria, perchè ci ha regalato dopo pochi giorni una gioia ancora più grande, che nessuno si aspettava potesse scaturire dal suo sinistro.Una bella rivincita questa per il ragazzo di Strumica, che sta a testimoniare quanto nell'Inter il gruppo sia importante e che il gioco di squadra prevale sempre sulla 'forza' del singolo giocatore.P.S.: riferimenti a fatti e persone, per quanto concerne i 'singoli giocatori', sono puramente casuali...