editoriale

Parola di Tramontana…

Alessandro De Felice

In un mondo dove si puo’ dire tutto a patto di non dire niente ci sono due possibili strade da percorrere: adeguarsi, oppure fare di testa propria continuando a esprimere le proprie opinioni senza doversi preoccupare di essere d’accordo con...

In un mondo dove si puo’ dire tutto a patto di non dire niente ci sono due possibili strade da percorrere: adeguarsi, oppure fare di testa propria continuando a esprimere le proprie opinioni senza doversi preoccupare di essere d’accordo con tutti. L’oggetto della mia critica (dal vocabolario della lingua italiana: “l'arte e il metodo di esaminare e giudicare qualcosa in base alla sua bellezza, bontà, verità, utilità”) è ovviamente la mia, la nostra Inter, i suoi giocatori e chi li comanda. Un vero interista, quale io ritengo di essere essendogli stato vicino e avendola amata non solo nei momenti di grande salute di questi 6 anni ma anche in gravi periodi di malattia dei precedenti 20, ama la sua squadra e incoraggia i suoi giocatori ma è libero anche di criticarli in maniera costruttiva come si fa dopo aver litigato con una fidanzata di cui si è pazzamente innamorati. La strada si percorre insieme gioendo e soffrendo per un intento comune. Eccomi arrivato al punto: Rafa è il nostro allenatore, i confronti con il passato non sono ingiusti ma normali per il blasone di questa squadra e per la grandezza di chi si è seduto su una delle panchine piu’ importanti del mondo. Non dimentichiamoci che la stessa situazione di confronto con il passato la affronto’ anche Mourinho successore di Mancini. I grandi alzano le spalle di fronte a questa serie di parole e vanno avanti per la loro strada sapendo benissimo che per loro parleranno i risultati e da li saranno poi giudicati da noi. L’allenatore dell’Inter deve avere la pressione e deve avere il carattere per sopportarla e trasformarla in energia positiva. Quindi stiamo vicini a Rafa e tifiamo per lui ma per favore non ditemi che non gli si possono muovere critiche cosi’ come le si possono muovere ai nostri giocatori. Il tifoso vuole una squadra che venda cara la pelle che lasci l’anima sul campo e l’interista l’amerà indipendentemente dal risultato finale che sia vittoria, pareggio o sconfitta.

L’interista non solo può ma deve pretendere il massimo consapevole del fatto che non sempre questo massimo si puo’ ottenere ma ambendo comunque al suo raggiungimento. Ora sono arrivate due vittorie ma il palazzo va costruito mattone su mattone e Rafa in un momento difficile è riuscito ad aggiungere i primi due tasselli al puzzle Inter ancora comunque lontano dall’essere completato. Quindi ripartiamo tutti insieme, momento per momento, passando per gioie e incazzature, sempre per l’amore che proviamo per questa squadra, dando per scontato l’affetto che proviamo per chi ci ha portato a grandi traguardi e che adesso vive un periodo piu’ difficile. Pronti anche a muovere critiche, sempre costruttive sempre a fin di bene mai per nuocere alla salute di colei che amiamo e di chi vestendo la sua maglia l’ha aiutata a diventare la piu’ grande.