editoriale

Partizan-Inter: istruzioni per l’uso ed effetti collaterali

Lorenzo Roca

Questa sera in una fredda Belgrado (previsti 3° C al momento del calcio d’inizio) l’Inter giocherà contro il Partizan per il 4° turno di Europa League una partita che, magari non avrà il fascino delle battaglie negli stadi più...

Questa sera in una fredda Belgrado (previsti 3° C al momento del calcio d'inizio) l'Inter giocherà contro il Partizan per il 4° turno di Europa League una partita che, magari non avrà il fascino delle battaglie negli stadi più importanti dell'Europa di Serie A, ma è egualmente importante e delicata per una serie di ragioni. Innanzitutto le ragioni endogene, a cominciare dai numerosi infortuni che privano Stramaccioni di ben 9 giocatori e che costringeranno il tecnico a scelte tecnico-tattiche conservative e quasi obbligate allo scopo di schierare la miglior formazione possibile. In secondo luogo c'è il fattore mentale, un'Inter tornata lassù in campionato dopo la roboante vittoria di sabato sera in quel di Torino, potrebbe inconsapevolmente "mollare" un po' di concentrazione in Europa League, a fronte anche del fatto che la classifica continentale in questo momento si presenta abbastanza lusinghiera per i colori nerazzurri. Poi, a certificare la difficoltà della trasferta belgradese, ci sono anche motivi oggettivi: il Partizan finora in Europa League, viste le tre avversarie, è certamente quella più "quadrata" e motivata. Diciamo quella che ha messo più in difficoltà l'Inter. Magari il Rubin è individualmente superiore, ma i serbi hanno una squadra giovanissima che appena due settimane fa ha rischiato di violare il sacro tempio di San Siro, e quindi questa sera saranno giocoforza ancora più convinti dei loro mezzi. Inoltre, si tratta della loro ultima occasione per invertire la rotta in un girone che è diventato difficile da recuperare, non hanno nulla da perdere.In ogni caso le motivazioni per far bene e scacciare quel possibile rilassamento psicologico di cui sopra esistono e sono di un certo peso: prolungare la striscia da record di vittorie portandola da 9 a 10 e soprattutto in ottica qualificazione, se l'Inter dovesse vincere passerebbe aritmeticamente alla fase successiva, in caso di pareggio dovrà fare leva sulla probabile affermazione del Rubin Kazan in terra uzbeka. Giocare le prossime due partite senza il peso dell'obiettivo qualificazione sarebbe un'ottima conquista.Al solito mister Stramaccioni ha richiesto grande concentrazione sulla partita, certificandone l'importanza. Ha pertanto cercato in fretta e furia di inscatolare e archiviare il trionfo in terra sabauda affinché l'entusiasmo non si trasformi in presunzione, pericolosissima in questo tipo di partite.Nello specifico, per alcuni uomini di Stramaccioni sarà un momento di rilievo. Andando per reparti ad esempio Matias SIlvestre, apparso in crescita proprio nella partita di andata contro il Partizan ma non ancora tornato ai suoi livelli abituali, è chiamato a dare solidità a un reparto inaridito dagli infortuni che questa sera potrebbe vedere un assetto abbastanza sperimentale con l'arretramento di Cambiasso e il possibile esordio del giovane Pasa. Sarebbe un test importante anche per Obi, al rientro dopo uno stop di qualche settimana, Stramaccioni fa molto affidamento sullo "Swarowski nigeriano" che sta maturando molto in fretta e può diventare importantissimo per il centrocampo nerazzurro. In avanti il giovane Livaja ha un'altra vetrina a disposizione, lo spalatino lanciato da Stramaccioni ha sempre fatto bene quando è stato chiamato in causa, dimostrando di avere maturità sufficiente per giocare in Europa a dispetto della sua Carta d'Identità. Stasera troverà un ambientino non proprio amichevole ad attenderlo, la presenza di un croato in Serbia per i belgradesi non è mai cosa buona e giusta...