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Sono ore concitatissime in casa Inter. Per due giorni è andata avanti la 'caccia al milionario'. Giornalisti, fotografi, cameraman, tutti - compresi noi di FCINTER1908.IT - ad aspettare un cenno dal magnate indonesiano che vuole il club nerazzurro. Ieri è sbarcato a Milano e a tutti è sembrato il chiaro segno che fosse arrivato per chiudere: l'incontro con Massimo e Angelomario Moratti, il silenzio e i no un po' stizziti del patron, qualche scatto rubato nulla di più e tanti, tanti passanti a chiedersi: "Chi ci sarà mai lassù?". E noi a spiegare - e meglio non riferire certe risposte - Thohir, l'indonesiano che vuole comprare la Beneamata.
INFORMALE - Questa mattina altro assedio: due colleghi cronisti decidono di salire al settimo piano, al bar dell'Hotel Armani Milano e lo incrociano. Chiacchierata a microfoni spenti, ma concetti base: il tycoon giura che non prenderà l'80% del club nerazzurro, che non vuole portare suoi uomini di fiducia in società, tantomeno Leonardo, che rispetta molto la famiglia Moratti e aspetterà la loro decisione.
IL PRESIDENTE - Ci trasferiamo poco dopo sotto gli uffici della Saras e aspettiamo fino alle due del pomeriggio il presidente interista che esce per la pausa pranzo. Sono ore difficili per lui e si sente nell'aria, dice poco, pochissimo: "Thohir ha detto di avere Massimo rispetto? Bene, mi fa piacere. Un messaggio importante? Si senza dubbio. Dice che domani se ne va, se penso che ci sia necessità di stringere? No, non penso in questi giorni. Se ci rivedremo? Non lo so". Non vuole sbilanciarsi, ci congeda con il sorriso, con la sua solita gentilezza e sale in macchina.
QUELLO CHE NON TI ASPETTI - Si torna a 'Montenapoleone'. Ancora ore ed ore ad aspettare: fa caldissimo, dalle griglie stradali sale vento africano. Si vocifera che nel frattempo l'imprenditore asiatico sia uscito dall'albergo, da una porta secondaria. E allora ci sono tutte le entrate da sorvegliare: se è uscito, tornerà. All'improvviso il barista arriva con una busta piena di bibite: le ha mandate Thohir, sono per tutti gli addetti ai lavori che erano lì ad aspettarlo. Le ha commissionate l'amico che è con lui in questi giorni, lo stesso che dopo qualche ora arriva sotto l'albergo e in inglese dice: "Vuole salutare i giornalisti". Tutto in un attimo.
QUELLO CHE NON HO DETTO - La sua Mercedes blu si ferma sul marciapiede, scende dalla macchina e sorride, sul suo viso c'è una fossetta e con quella dice: "Mi è piaciuta molto la città, mi piace la gente, mi piace il cibo. Spero di poter tornare presto. Cosa manca per chiudere l'affare? Questo dovete chiederlo al signor Moratti, io non posso dirlo. Come ho detto stamattina rispetto la famiglia Moratti, senza di loro l'Inter non sarebbe quello che è ora. Io sono venuto per incontrarli ma sarà il signor Moratti a decidere. Fiducioso? Si, lo sono. Mi sono fermato perché rispetto il vostro lavoro, gestisco una società di media quindi vi capisco, so cosa vuol dire stare ore ad aspettare, aspettare, aspettare. Mi sembrava doveroso dirvi ciao".
COMUNICATION MAN - Dalla sua auto spuntano tanti sacchetti dello store Solo Inter. E' stato lì, dietro al Duomo, a fare shopping come un normale turista. Ha comprato tante magliette da regalare. Si nota subito, è a suo agio in mezzo a telecamere e fotografi: il mondo dei media gli appartiene. Ha l'aria serena di chi sa che se non è tutto fatto poco ci manca. E manca evidentemente qualcosina per avere il si del patron nerazzurro che dovrebbe arrivare, senza fretta, magari nella prossima settimana.
GOODBYE - La questione è delicata e delicatamente l'impreditore l'ha trattata, ma lui è sbarcato in Italia perché fiducioso di chiudere l'affare e nonostante le smentite, quel 75% (comunque la cessione della maggioranza) non è ancora sparito dalle voci che circolano nell'ambiente interista. Si continua a lavorare ai dettagli perché il presidente Moratti ha bisogno di garanzie per il futuro e su quelle si riflette: c'è ancora qualche nodo da sciogliere su cariche, debiti e quanto altro. A cose fatte arriverà il comunicato ufficiale e quello sarà l'inizio di tutto. Nella giornata di domani Thohir partirà, lascerà Milano come lui stesso ha rivelato, ma spera di tornare in tempi brevi. Dal suo entourage filtra ottimismo, ma - dicono - le firme non ci sono ancora. Cautela, scaramanzia. Ma quel sorriso e quella scena 'hollywoodiana' fanno un po' pensare che presto, prestissimo, l'Inter parlerà un'altra lingua.
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