editoriale

Perché lo United può “tentare” Wes? Perché il Barca su Sanchez? Ecco perchè!

Ci si chiede da tempo come mai il fair play finanziario sembri valere solo per le squadre italiane (e per l’Inter in particolare), come mai i grandi campioni sempre meno spesso approdino in Italia, come mai le italiane impieghino mesi per...

Daniele Mari

Ci si chiede da tempo come mai il fair play finanziario sembri valere solo per le squadre italiane (e per l'Inter in particolare), come mai i grandi campioni sempre meno spesso approdino in Italia, come mai le italiane impieghino mesi per chiudere una trattativa, mentre le big europee possono compiere blitz di una settimana, soffiando i migliori talenti alla concorrenza.

La risposta arriva da uno stadio realizzato da StageUp - Sport & Leisure Business: secondo questo studio se i club italiani, come succede in Inghilterra ormai da anni, fossero proprietari e gestori dei loro stadi, i ricavi crescerebbero (annualmente!!) di 408 milioni di euro, ovvero il 26,6% in più rispetto al fatturato del 2009/2010.

Addirittura, se le italiane avessero stadi di proprietà, i loro ricavi toccherebbero quota 638 milioni, superando del 5% quelli della Premier League.

E allora non ci si deve sorprendere se Manchester United, Manchester City e Chelsea fanno il bello e il cattivo tempo sul mercato, non ci si deve soprendere se il Barcellona e il Real Madrid (che godono dei vantaggi della tassazione spagnola e dei ricavi del merchandising che sono doppi rispetto alle big nostrane) si divertono a soffiarci tutti i migliori giocatori.

O il calcio italiano si dà una svegliata, complessivamente, oppure sarà bene cominciare ad abituarsi (a meno che non lo si sia già fatto) a guardare i successi degli altri dal buco della serratura, perché con questo squilibrio economico sarà impossibile competere con le big spagnole e inglesi.

La riproduzione, anche parziale, dell'articolo è consentita solo previa citazione della fonte FcInter1908.it. I trasgressori saranno segnalati a norma di legge