editoriale

Piacere Mateo Kovacic: personaggio in cerca di ruolo

C’è una parola che più delle altre sta danneggiando Mateo Kovacic: eclettico. La teoria, onestamente un po’ discutibile, secondo cui un giocatore giovane e di talento debba saper fare almeno 3-4 ruoli, viene applicata in maniera...

Daniele Mari

C'è una parola che più delle altre sta danneggiando Mateo Kovacic: eclettico. La teoria, onestamente un po' discutibile, secondo cui un giocatore giovane e di talento debba saper fare almeno 3-4 ruoli, viene applicata in maniera spietata con l'ex Dinamo Zagabria.

Da quando Roberto Mancini si è insediato sulla panchina dell'Inter, sono stati diversi i paragoni illustri per Kovacic: si è partiti da David Silva, si è passati per Touré e Iniesta (i nomi di Silva e Touré sono stati fatti dallo stesso Mancini) e si è finiti con Andrea Pirlo, dopo che il croato ha passato tutto il ritiro di Brunico in cabina di regia.

Risultato? Nessuno ha ancora capito quale sia il ruolo scelto da Mancini per Kovacic, che continua a girovagare per il campo come una trottola. Regista in Cina, trequartista contro l'Athletic Bilbao (solo l'affaticamento muscolare lo ha escluso dalla gara), ala sinistra nel derby di ieri. Kovacic, che sembrava aver trovato non la definitiva consacrazione ma almeno la definitiva collocazione in campo (interno di centrocampo), è stato rigettato nel vortice dei cambi di moduli e di interpreti.

Mateo non ha il carattere straripante e strafottente di alcuni suoi coetanei, non ha neanche la garra silenziosa di Gnoukouri (per il quale giocare il derby o la partitella del giovedì sembra non fare alcuna differenza: chapeau Assane) ma certamente non viene aiutato da chi dovrebbe dargli un minimo di certezza. Non entro nel dibattito sulle reali capacità di Kovacic ma mi chiedo se non sia giusto che il ragazzo abbia almeno la possibilità di essere valutato per le prestazioni in un ruolo ben definito e in un lasso di tempo che superi i 45 minuti. Fargli fare il nomade del centrocampo non ha pagato e non sta pagando: si scelga per lui un ruolo e poi starà a Mateo conquistarsi una maglia da titolare con le prestazioni.

Ma continuare a snaturarlo rappresenta un autogol in primo luogo patrimoniale. Kovacic, che piaccia o no, è uno dei pochissimi giocatori dell'Inter apprezzati a livello internazionale. Andrebbe comunque valorizzato, anche se l'obiettivo fosse (come alcuni sperano) quello di cederlo. Per ora, a mio modo di vedere, si sta facendo esattamente l'opposto.