editoriale

¿Por qué?

Sabine Bertagna

Una domanda rieccheggia potente dopo la partita persa dal Real per 2 reti a 0 contro un Barcellona supremo. Una domanda che, se guardiamo dritto dritto al risultato di stasera, agli episodi, alle pieghe di una partita già tesa in partenza, ai...

Una domanda rieccheggia potente dopo la partita persa dal Real per 2 reti a 0 contro un Barcellona supremo. Una domanda che, se guardiamo dritto dritto al risultato di stasera, agli episodi, alle pieghe di una partita già tesa in partenza, ai nervosismi e agli accenni a risse, potrebbe non trovare la giusta risposta. Perchè l'anello di congiunzione tra il monologo di quello che è obiettivamente lo stratega calcistico più brillante dell'universo e la sua storia, fatta dai precedenti tra le squadre che ha allenato e quella catalana, acquista una luce inquietante. Nessun disegno preciso, forse solo un tremendo timore reverenziale nei confronti di quella che più che una squadra di calcio è considerata un'entità indiscutibile. José Mourinho in 14 partite contro i catalani ha subito ben 7 espulsioni. Non sono dati che provano un complotto, ma sicuramente dovrebbero far riflettere. Il portoghese nel suo monologo snocciola in una litania senza fine gli arbitri fautori di queste statistiche. ¿Por qué? E' a loro che lo vorrebbe chiedere, ma non può. Il Barca non ha bisogno di tutto questo, José ha ragione. E quell'insinuare che i tifosi catalani un po' di amaro in bocca lo dovrebbero avvertire stasera, guasta quanto basta la festa blaugrana. Sì, è vero. Il Barca gioca un calcio fantascientifico, passaggi pennellati ad occhi chiusi, Leo è una semidivinità e poi la cantera, l'orgoglio nazionalista e chi più ne ha più ne metta. Ma ci sono anche altri aspetti che nessuno ama mettere in evidenza perchè quando trovi la favola perfetta non la puoi incrinare. E allora vengono fuori atteggiamenti non proprio da grande squadra, come le sceneggiate ridicole (oscar come migliore attore Busquets) di giocatori fintamente agonizzanti, come l'irritante possesso palla portato avanti all'estremo (o si entra con la palla in porta o niente), come l'incapacità di saper perdere (gli idranti a spegnere i festeggiamenti non furono un grande segno di stile), come la normale boria che una squadra sviluppa quando vince sempre, spadroneggia e pensa di poterlo fare sempre e comunque. Anche lamentarsi in campo contro una decisione arbitrale equivale a giudicare l'operato dell'arbitro. E da questo i giocatori blaugrana non sono di certo esenti. No, José difficilmente farà l'impresa al ritorno. Assenze pesanti, un pesantissimo risultato da ribaltare. Domani è un altro giorno. La mia vita non è fatta di solo calcio. José non è stupido. Il miracolo confezionato l'anno scorso molto probabilmente non si ripeterà. Pep (o meglio Josep) si è aggiudicato il biglietto per la finale. La sua squadra è la più forte del mondo. Ma forse anche lui non potrà fare a meno di addormentarsi con un interrogativo. ¿Por qué?