editoriale

Protagonista indiscusso: il Milan. E magari cambiamo nome al Meazza…

Giovanni Montopoli

Il mondo è bello perché è vario e a questo mondo – fortunatamente – tutti sono liberi di esprimere la propria opinione. Opinione che in alcuni casi può incontrare consensi oppure generare un contraddittorio. Opinioni, pensieri, che volano...

Il mondo è bello perché è vario e a questo mondo – fortunatamente – tutti sono liberi di esprimere la propria opinione. Opinione che in alcuni casi può incontrare consensi oppure generare un contraddittorio.

Opinioni, pensieri, che volano liberi, volteggiano, planano, effettuano proiezioni talmente fantasiose da non lasciar indifferenti i lettori.

È il caso della posizione odierna del direttore di Milanchannel Mauro Suma sulla vicenda Tevez. È vero, questa volta non si può non concordare con il giornalista di fede rossonera, quando afferma che "Carlitos Tevez è stato una notizia elettrizzante e accattivante fino a che della sua vicenda è stato protagonista il Milan”.

Sacrosanto, cristallino, la vicenda Tevez ha elettrizzato tutti; soprattutto quando - una volta giunta in dirittura d’arrivo - è saltata.

L’interesse nasce appunto dalle motivazioni per la quale non sia andata a buon fine, dal modus operandi della società rossonera che prima ha spedito l’amministratore delegato in Inghilterra per chiudere (con annessa partenza di Pato) salvo poi uscire con un comunicato  che di fatto BLINDAVA il Papero brasiliano lasciando  di stucco il dirigente che siamo sicuri manterrà ben saldo il “suo posto nella Hall of Fame del calcio italiano”.

Sul “generoso lascito del patron rossonero alla squadra di Milano più indietro in classifica” beh…ci sarebbe poi da ridire.

Indubbia l’attuale posizione dei nerazzurri in campionato, oggettivamente costretti a rincorrere i cugini; ma da qui a parlare di generoso lascito ce ne passa. Sarebbe più corretto inquadrare la vicenda in un modo diverso, ossia se una società vuole assicurarsi le prestazioni di un calciatore può avere la certezza che questa equazione si risolva in un solo modo: mettendo mano al portafoglio. Cosa che – sotto manovra da 10 e lode dell’entourage nerazzurro – il Milan avrebbe dovuto fare, ma non ha fatto.

CHE NOIA -  è vero, la settimana che ci ha accompagnato al derby è stata talmente elettrizzante grazie alla manovra di mercato rossonera che, se non ci fosse stata, avremmo sicuramente tediato tutti i lettori con il solito ritornello sui dilemmi di formazione che affliggono Ranieri.

Le foto dei baccanali invece, gli affari fatti e poi saltati, il “ti giuro amore un amore eterno” di Carlitos Tevez, ha sicuramente incollato tutti gli appassionati alla vicenda che – senza l’inserimento di Moratti – si sarebbe risolta con uno scoppiettante: Il Milan vuole Tevez – Tevez vuole il Milan – Galliani vola a Londra – Tevez torna con Galliani a Milano – Tevez viene presentato il giorno del derby. E invece ci siamo dovuti annoiare con il blitz nerazzurro nella trattativa.

Infine mi perdoni caro Suma, se la Scala del Calcio è intitolata ad un Rappresentante del “gioco del pallone” come Peppino Meazza atleta straordinario che oltre ad aver giocato con la Beneamata ha chiuso la sua carriera in rossonero…siamo certi che una domanda per cambiare nome da “Stadio Giuseppe Meazza” a “Stadio Luther Blissett” sarà accolta con grande soddisfazione da tutti i milanesi…