editoriale

Quando dire ‘negro’ non è discriminatorio. Il razzismo è spesso negli occhi di chi guarda!

Alessandro De Felice

Quello di cui voglio parlare è un discorso molto delicato. Odio le strumentalizzazioni dei giornali e degli organi di informazione, per cui mi piacerebbe trattare un attimo di razzismo e spiegarvi il mio punto di vista. Parto da un presupposto...

Quello di cui voglio parlare è un discorso molto delicato. Odio le strumentalizzazioni dei giornali e degli organi di informazione, per cui mi piacerebbe trattare un attimo di razzismo e spiegarvi il mio punto di vista.Parto da un presupposto tanto semplice quanto essenziale: ho un cugino di colore, adottato nel 1988 dal Brasile, due anni dopo la mia nascita. Cosa c'entra direte voi? Vi spiego subito. I miei genitori, per farmi capire che non esiste alcuna differenza tra gente di pigmentazione cutanea diversa, prima dell'arrivo di mio cugino in Italia, mi regalarono il famoso Cicciobello africano 'Angelo Nero', che detto così suona come qualcosa di lugubre, invece era solo un bambolotto di colore che indossava una casacca simile a quella della squadra Lanerossi Vicenza. Per questo motivo non ho mai provato diffidenza nei confronti delle persone di colore né li ho mai visti diversi da me. Sempre per questo motivo, quando devo riferirmi a uno di loro, non faccio alcuna distinzione tra le parole 'nero' e 'negro'. Per me sono esattamente equivalenti perchè non usati con tono dispregiativo. Questa differenziazione tra i due termini è frutto soltanto della stupidità e degli estremismi dei tempi moderni. In passato la parola 'negro' era inserita in testi di canzoni o in titoli di film, senza creare alcuno scandalo ogni qualvolta venisse nominata. In Spagna e Portogallo poi, il termine utilizzato è proprio questo: 'negro'. Non per questo, qualcuno si sogna di dare del razzista all'intera popolazione della penisola iberica.In merito alla partita di ieri, i cori per Balotelli sono stati i più disparati, ma coloro che erano atti a raccontarci lo svolgimento della gara, hanno cominciato subito nelle loro opere di fantasia, descrivendoli con un'accezione a stampo razziale. Per quale motivo il coro 'Balotelli uomo di m***a' dovrebbe essere razzista? Anche a Materazzi, veniva intonato in ogni stadio d'Italia con l'aggravante che il buon Marco era rimasto orfano di madre sin da quando era ragazzino. Pensare che un coro del genere sia riferito al colore della pelle e non all'essere di una persona, è frutto di stupidità e perfidia dell'osservatore. Vuol dire che, colui che considera questo coro come discriminatorio, associa il colore nero della pelle al colore della m***a, dimostrando cosi pochezza e superficialità. Mai a nessuno è venuto il dubbio che in tutti gli stadi d'Italia, intonino questo coro a Balotelli, per i suoi comportamenti arroganti e guasconi e che i tifosi interisti, abbiano forse qualche motivo in più, dopo aver visto la propria maglia gettata in terra da un ragazzino insolente, che una notte di Aprile del 2010, decise di non sacrificarsi come il resto della squadra per battere il Barcellona. Lo stesso ragazzino che in barba a ogni rivalità cittadina, incalzato da un giornalista di 'Striscia la notizia', indossava la maglia rossonera in un bar di Milano.Anche per gli ululati vale lo stesso identico discorso. In una partita di basket, nel momento in cui una squadra avversaria attacca, il pubblico di casa emetto il tanto bistrattato verso 'uuuu'. Nessuno si è mai sognato di interrompere una partita di pallacanestro per cori razzisti, nonostante sul parquet, ci sia una presenza massiccia di giocatori di colore, rispetto al normotipo italico. Quanto nel basket, questo vale nel calcio. Ieri i famosi 'uuuu' non erano indirizzati solo a Balotelli, ma anche ad El Shaarawy o Abate quando attaccavano. E non credo che nessuno si sia mai sognato di essere razzista con loro due.Si è parlato anche delle banane di gomma presenti in curva, quasi a voler associare Balotelli a una scimmia, per il colore della sua pelle. Altro grave errore voluto per strumentalizzare il tutto. Le banane gonfiabili 'Chiquita' esistono dall'alba dei tempi negli stadi e servono solo per fare colore e un po' di casino ogni volta che una squadra marca un gol.Discorso diverso invece è affermare frasi del tipo 'Non esistono neri italiani' oppure 'Balotelli scimmia'. Questo si che è razzismo! Ma poi, se davvero i cori erano solo e unicamente di stampo razzista, perchè non sono stati rivolti anche a Juan Jesus? Non credo che il difensore interista sia meno nero rispetto all'attaccante del Milan.Se ieri Balotelli è stato sonoramente fischiato o insultato, ribadisco, è stato solo per i suoi atteggiamenti avuti in passato nei confronti dell'Inter. C'entra poco il razzismo con queste vicende. Sapete quando si potrà debellare realmente un fenomeno come il razzismo? Quando si potrà tranquillamente chiamare un uomo di colore 'negro' oppure gli si potrà dare dello 's*****o' senza incorrere in tante polemiche. Stento a capire per quale motivo uno di colore non possa anche essere uno s*****o. Una cosa non esclude l'altra.Solo in quel momento, dimostreremo di essere cresciuti e potremo affrontare un problema serio come il razzismo. Problema che io associo a un movimento come il Ku Klux Klan e non a una partita di calcio.In sintesi, secondo me, il razzismo è principalmente negli occhi di chi guarda. Quando finiranno le strumentalizzazioni, finirà anche questa moda di considerare le tifoserie, come gruppi di dissociati in cui a farla da padrona è la cultura razzista.