Definire dove inizi esattamente il confine dei meriti di una squadra e finisca quello dei demeriti dell'altra rappresenta il solito balletto dei numeri, che molto ha di politico e ben poco di sportivo. Contro il Werder le assenze nerazzurre sono tante, troppe. Rafa Benitez deve fare delle scelte e non si tira indietro; scarta quelle più prudenti e opta per salvare il modulo, anche se gli interpreti che dovranno difenderlo non sono dei veterani. Coutinho e Biabiany dietro a Eto'o. E mentre la musichetta della Champions introduce la giusta atmosfera da competizione europea non ci sfugge che Coutinho è poco più alto del bambino schierato davanti a lui. Anche i tifosi più ottimisti non avrebbero probabilmente scommesso su una prestazione di questo genere. Ci sono piaciuti i giovani, ah se ci sono piaciuti! Coutinho nasconde dietro ad una costituzione ancora fragile, numeri da impazzire e se stasera gli è mancato qualcosa non è stato di certo il coraggio, ma il gol. Fraseggi pregevoli con interlocutori di sostanza: incantevole. Biabiany ha corso moltissimo, crossato, difeso e tutto con un carattere che ancora non gli avevamo attribuito. I due hanno creato subito un'azione pericolosa senza soffrire di particolari seghe mentali da esordio in competizione importante. Più tardi li avrebbero raggiunti Santon (bentornato!) e Obi. Fondamentale quindi l'apporto privo di esitazioni dato dalla baby Inter a questa partita, che è andato ad incastrarsi perfettamente nella struttura solida pre-esistente. Sì, perchè il lavoro del Cuchu e di Deki è stato straordinario, come straordinaria è l'infallibilità di Samuel Eto'o davanti alla porta. Tre gol per lui e uno per il solito Sneijder, che quando gioca bene è praticamente impossibile che l'Inter giochi male. Forse ora sembra una partita facile, forse ora diranno che il Werder è una squadretta, forse. Complimenti ai bambini nerazzurri (Mou li avrebbe chiamati così) che non hanno paura di difendere l'onore dei nostri colori.
editoriale
Quando i Bambini fanno ooohhh…
Definire dove inizi esattamente il confine dei meriti di una squadra e finisca quello dei demeriti dell’altra rappresenta il solito balletto dei numeri, che molto ha di politico e ben poco di sportivo. Contro il Werder le assenze...
Se non fosse che è crisi Inter saremmo anche piuttosto entusiasti...
© RIPRODUZIONE RISERVATA