Alla mente di tutti i tifosi interisti tornano spesso le immagini di partite memorabili, vittorie a domicilio, trofei alzati al cielo. A volte però, bisognerebbe dare il giusto peso anche ad una sconfitta. Non sempre i 3 punti sono portatori di benefici, così come una "sconfitta" non è sempre da buttare. Si pensi alla Juventus dei record di Antonio Conte, quella da 102 punti. Ecco, quel filotto inarrestabile di risultati utili cominció dopo una disastrosa sconfitta a Firenze che fece illudere chi sperava di spodestare i bianconeri dal trono d'Italia. Nulla da fare: le 4 reti subìte in un tempo piegarono la Juventus, che però dimostrò parecchia "elasticità", rispondendo al colpo immediatamente e vincendo uno scudetto da record. È successo anche all'Inter ed é successo abbastanza di recente, sia nel caso di "ottima sconfitta" che in quello di "pessima vittoria".
editoriale
Quando una sconfitta vale più di 3 punti
Alla mente di tutti i tifosi interisti tornano spesso le immagini di partite memorabili, vittorie a domicilio, trofei alzati al cielo. A volte però, bisognerebbe dare il giusto peso anche ad una sconfitta. Non sempre i 3 punti sono portatori di...
Partendo dalla fine, c'è ancora chi impreca e si contorce al pensiero dei due pali colpiti a novantesimo inoltrato al San Paolo: 2-1 per il Napoli e secondo posto, in vetta vanno gli azzurri. Tanti rimpianti e bottino magro alla fine di una partita che, per come è stata giocata, sarebbe potuta (e dovuta) finire a risultato invertito. Eppure, a più di 10 giorni da quella sciagurata partita, nessuno si può lamentare degli strascichi che ha lasciato: Inter convincente, imperforabile e vittoriosa contro il Genoa; Napoli ballerino, intimidito e sconfitto dal Bologna. Napoli al secondo posto, Inter in testa con più convinzioni di prima.
Andando indietro con gli anni, è successo anche che ci sia stato il rimpianto per una vittoria. Certe partite, forse, è meglio non vincerle se non si è pronti a sopportare il peso di una vittoria. È vero, la sera di Juventus-Inter 1-3 qualcuno ha avuto un motivo in più per passare un sabato sera ebbro, peccato che dalle settimane a venire, gli interisti avranno bevuto "per dimenticare" più che per festeggiare. Violàre lo Juventus Stadium per primi è stato bellissimo, indimenticabile, ma a che prezzo? Il prezzo di una squadra che si è sciolta appena una settimana dopo perdendo 3-2 a Bergamo e non riuscendo a ritrovare più sè stessa, fino ad un miserabile nono posto.
Nella stessa stagione, c'è un'altra partita che in molti ricorderanno ancora nitidamente. È stata la partita dell'orgoglio e degli applausi, nonostante l'eliminazione in Europa League. Il 14 Marzo 2013 a San Siro arriva il Tottenham, forte di un 3-0 maturato a Londra. L'Inter non ha più niente da perdere e tira fuori gli artigli, rimontando il 3-0 con una prestazione monstre, ma vedendosi eliminata ai supplementari. Io ricordo ancora chiaramente una palla gol sciupata da Cambiasso al noventesimo che, foss andata in rete, avrebbe fatto venire giù lo stadio e forse avrebbe cambiato l'andamento di una stagione intera. Quella fu una partita strana. Una vittoria sul campo, che sa di sconfitta per il risultato, che sa di vittoria per l'orgoglio.
Quanto è pazzo il calcio, lo sport in cui a volta è meglio non vincere. Forse è per questo che siamo tifosi di una squadra pazza come lui.
@FabriJzLongo
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