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Il destino nerazzurro nell’Europa che conta sembrava già essere segnato. A dirlo il comune sentire, condito dai soliti “gufi”, e naturalmente da una recente storia in Champions poco ricca di statistiche gratificanti. Stasera le cose sembravano girare un po’come al solito. Non tanto per la (poca) incisività degli avversari, comunque bravi a mordere su ogni pallone, ma per quell’inspiegabile timore che assale l’Inter ogni volta che scende in campo internazionale. Indecisioni, tentennamenti, errori evitabili raffiguravano nell’avvio di gara la solita Inter, che nell’intento avrebbe voluto abbattere la maledizione che la tormenta da tempo immemore, ma di fatto non riusciva ad abbracciare la mentalità cattiva. La squadra ha vissuto una tormentata metamorfosi, con la vecchia guardia che sembrava non essere all’altezza e quella nuova che invece aveva voglia di mordere e di affondare. Non a caso non possiamo citare tra i migliori di questa notte incredibile un imponente Lucio, un efficiente e fondamentale Milito e un essere divino dal nome Sneijder. Sono loro che non hanno mai smesso di crederci, sempre presenti e pericolosi. Ma sul risultato di questa partita non ci avrebbero scommesso in molti. Soprattutto non al 40° del secondo tempo. I fantasmi erano tutti lì, aleggiavano sul campo, sulla panchina e sui tifosi (complimenti a quelli eroici presenti a Kiev!). Forse non se ne erano mai andati. E invece nel secondo tempo complici le incursioni e le pressioni della nuova guardia e una reazione di forza collettiva, la partita passava nelle mani della regia nerazzurra e gli ucraini rallentavano il ritmo, un po’stremati. I nerazzurri schiacciano quindi con una inedita cattiveria gli ucraini nella loro metà campo e sbagliano una serie inenarrabile di reti. La palla sembra non voler entrare, quasi truccata da una maledizione. Eto’o in particolar modo sbaglia alcune reti che definire clamorose è poco. Ci vogliono la lucidità di Milito, con un tiro quasi flebile e l’ennesimo atto eroico del supereroe olandese per regalare ai tifosi nerazzurri una serata che non dimenticheranno facilmente. Non è stata la frenesia di chi è ormai disperato a ribaltare la prestazione. Una nuova anima ha risvegliato quella vecchia e l’ha costretta a reagire. Certo, poteva finire malissimo. Eliminati dalla squadra di un simbolo della sconfitta nerazzurra in Europa, Schevchenko. Eppure per una volta la follia ha diretto gli eventi verso un lieto fine. E’ un’Inter pazza, questa? Senz’altro. Ma da stasera ha una consapevolezza in più. Quella di poter disintegrare i suoi fantasmi…Anche in Europa.
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