editoriale

SALUTATE LA CAPOLISTA…

E’ buffo, ma a sei giornate dall’inizio del campionato la voglia di sputare sentenze è già lì in agguato. Parole come fuga, sorpasso, crisi e rimonta vengono trattenute a stento da commentatori e opinionisti, ai quali l’idea di non poter...

Sabine Bertagna

E’ buffo, ma a sei giornate dall’inizio del campionato la voglia di sputare sentenze è già lì in agguato. Parole come fuga, sorpasso, crisi e rimonta vengono trattenute a stento da commentatori e opinionisti, ai quali l’idea di non poter ingabbiare gli eventi in definizioni categoriche proprio non garba. E in queste prime sei giornate se ne sono sentite già di tutti i colori. Il Milan di Leonardo, dopo un brillante avvio, che aveva scaldato gli animi e portato a facili entusiasmi (vittoria in trasferta contro il Siena), perdeva ogni stralcio di appeal nel derby, cadendo in un limbo dal quale deve ancora riprendersi. La Juve, l’indiziata principale alla vittoria di questo campionato, partiva come unica probabile antagonista dei detentori del titolo di Campioni d’Italia, con accenni a fughe in vetta alla classifica, riviste in chiave più moderata dopo la partita con il Genoa. E ancora per continuare, il Napoli, che sulla carta aveva realizzato un ottimo mercato, ha 4 punti e una panchina, quella di Donadoni, che traballa. E’ chiaro che siamo appena all’inizio, ma questo campionato ha già mostrato di non essere né noioso, né scontato. Se aggiungiamo poi il condimento di qualche polemica ogni tanto il divertimento è assicurato. Ieri pomeriggio al Marassi di Genova si giocava uno scontro al vertice: Sampdoria-Inter. La Samp, dopo la sconfitta contro la Fiorentina, prometteva battaglia alla corazzata nerazzurra e dall’Inter ci si aspettava una prestazione simile a quella vista contro il Napoli mercoledì sera. Non si è verificata nessuna delle due cose: la Samp ha cercato di far male ai nerazzurri supportata più da Palombo che da Cassano, interrompendo spesso il gioco con cadute in area, l’Inter, colpevole di aver provato pochissimo a cercare la porta blucerchiata, ha gestito la partita e pagato un erroraccio di Santon. Questo è il calcio e chi dice che gli episodi non contano è un illuso. In una settimana in cui si è giocato praticamente ogni due giorni non c’è molto tempo per riflettere e l’importante è guardare avanti, che il campionato è lungo. Hanno festeggiato con caroselli in giro per la città i sampdoriani, per una sera soli in testa alla classifica, dopo aver battuto la squadra di Mourinho (che per la gioia della stampa è tornato a parlare, ma senza per questo compiacerla). Una gioia giustificata. Se pensate che all’inizio del match la curva nerazzurra intonava il leitmotiv degli ultimi anni, Salutate la capolista, per poi sentirselo soffiare e riproporre in chiave blucerchiata vi renderete conto che i giochi sono aperti a ribaltoni di ogni tipo. E che è ancora davvero troppo presto per cantare “Vinceremo, vinceremo il tricolor”…

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