- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
editoriale
Avremmo dovuto intuirlo dalle fotografie del suo matrimonio. In quei colori pastello, estrosi e stilosi allo stesso tempo, si nascondevano indizi importanti. Wes è uno che ama i dettagli e se li gode. In questo senso Milano è una città che difficilmente delude. A dispetto di quanto troppo spesso si blatera in giro, la città meneghina ha l'accoglienza nel suo dna. Quell'accoglienza poco invasiva (qui la chiamano discrezione), che a prima vista assomiglia ad uno sbatter di ciglia indifferente, ma se hai pazienza scopri che è semplicemente contenuta curiosità. Ai calciatori piace da impazzire, soprattutto a quelli stranieri. Gli piace per tanti motivi. Perché è italiana e contemporaneamente international (la più international in Italia). I tifosi sono calorosi, ma andare in centro per una passeggiata non è un problema. Qualche autografo, ma nessun assalto. La vita notturna, quella della quale leggiamo sulle riviste di gossip il mattino successivo, non ha eguali. Locali alla moda dove si consuma in maniera sfrenata l'essenza del divertimento. E poi è la capitale della moda. Gli stilisti si rincorrono in vie patinate dove sentirsi newyorkesi non è assolutamente fuori luogo. E' anche la capitale del design. In quella famigerata settimana di eventi creativi e un po' troppo fashion è impossibile averla vinta sul traffico, ma come per magia cortili e giardini interni di palazzi apparentemente anonimi si scoprono nella loro inspiegabile bellezza. Milano è una città per chi ama arrivare al cuore delle cose. Quelli che lo hanno fatto non ne sono rimasti delusi.
E nemmeno i tifosi nerazzurri sono rimasti delusi da Wes. Il cecchino olandese fa il suo esordio in un indimenticabile derby di fine agosto. Scende direttamente dall'aereo in campo e al secondo tiro qualcuno in tribuna incomincia a chiedersi se il Real Madrid abbia condotto la trattativa sotto effetto di sostanze pregiate. Le geometrie che disegna a centrocampo in una continua lotta a schivare i calci di chi lo vuole fermare, invano, preparano la macchina nerazzurra alla metamorfosi in cinica e inarrestabile. Sono sue le reti che trascinano l'Inter nell'Europa che conta. Quella zampata nella gelida Kiev segnerà il punto di non ritorno. Sue le punizioni che lasciano i portieri fermi e increduli. Suo lo stile, sua la qualità, sua la rabbia di chi non ci sta a perdere. Come in quell'altro indimenticabile derby, quando un applauso lo elesse a uomo partita. Anche se di quella partita giocò appena 20 minuti.
Le dichiarazioni d'amore di Wes per l'Inter e per Milano confermano un rapporto stretto, che non ha problemi evidenti e soprattutto che non ha motivo di interrompersi. Poi lo sappiamo come gira il mercato. Se le sirene inglesi faranno tintinnare una somma irrinunciabile, la società potrebbe pensarci e prendere una decisione in merito. Wes no. Lui una decisione l'ha già presa...
© RIPRODUZIONE RISERVATA