“Sono qui per rappresentare non solo i miei ragazzi, ma tutte quelle squadra, quelle piccole squadre, che lavorano, sudano, si impegnano, come l'Inter, come il Milan, come la Juve. Dico che ci vorrebbe più sensibilità da parte degli arbitri, non si può concedere una punizione del genere...ci vuole maggiore sensibilità...”Sacrosanto Mister, uno sfogo legittimo, specie se arriva dopo una partita dove la sua squadra, il Siena, ultima in classifica, si è vista sfumare sotto gli occhi una vittoria al Meazza, contro la capolista, negli ultimi 3 minuti. È per questo che lo sfogo a fine gara è del tutto lecito, se non fosse che...il gol del vantaggio del Siena è frutto di una rimessa laterale assegnata alla formazione toscana erroneamente. Se non fosse che Reginaldo riceve il passaggio in netto fuorigioco. Se non fosse che Cribari alza il gomito impedendo lo stacco di Sneijder. Se non fosse che le partite durano 90 minuti più recupero. Ci vorrebbe più sensibilità da parte degli arbitri, vero, verissimo, ma ce ne vorrebbe anche di chi si preoccupa solo di fare ostruzionismo. Ci vorrebbe maggiore sensibilità da chi applica quella vergognosa consuetudine di restare 20 minuti a terra per ogni “fallo” subito solo con l'intento di far passare dei minuti preziosi; ci vorrebbe molta sensibilità da parte di un tecnico che vede i suoi perder tempo e magari sarebbe opportuno riprenderli; la sensibilità sta anche nell'alimentare quei valori sportivi che tanto ci piace ricordare ogni domenica non quelli da furbetti del quartiere. Forse è vero, manca un po' di sensibilità in questo mondo, ma lei ne è parte integrante, e la sensibilità non è un sentimento unidirezionale. Se invece di giocare a “perder tempo” i suoi ragazzi fossero rimasti in piedi, magari la partita di ieri sarebbe finita 4 a 2 per il Siena, risultato giusto a dir il vero. Invece no. Ha vinto chi ci ha creduto di più, ha vinto chi ha giocato peggio, ma gli dei del calcio sono sempre in agguato: “Mourinho è un grande”, queste le sue parole. È vero, Mourinho è un grande, si è presentato davanti le telecamere analizzando una vittoria che suo dire è stata: “immeritata e conseguita con fortuna. Mi dispiace, ma la fortuna in questi casi premia gli audaci”. E fino a prova contraria, l'unico gesto che possiamo definire AUDACE da parte sua è stato quello di presentarsi davanti alle telecamere e invece di analizzare la grande prestazione dei suoi ragazzi ha preferito concentrare le sue attenzioni sul comportamento del direttore di gara. Se invece di restare a terra per venti minuti a fallo, i suoi fossero rimasti in piedi, probabilmente i minuti di recupero sarebbero stati 2...e avremmo parlato d'altro.
editoriale
SENSIBILITA’ NON VUOL DIRE AVERE I PARAOCCHI
“Sono qui per rappresentare non solo i miei ragazzi, ma tutte quelle squadra, quelle piccole squadre, che lavorano, sudano, si impegnano, come l’Inter, come il Milan, come la Juve. Dico che ci vorrebbe più sensibilità da parte degli...
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