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editoriale
Sono passati oltre sei mesi dall'ultima volta che Benitez aveva parlato ufficialmente di Inter, sparando a zero su tutto e tutti. Sparata che gli fece perdere la panchina nerazzurra, in favore di un Leonardo che con il suo calcio, tutto 'amore ed empatia' era riuscito a risvegliare una squadra apparsa stanca e addormentata.Oggi ritorna, con parole più dolci magari, raccontando di un rapporto con i tifosi ottimo e di una storia che potrebbe continuare se solo Moratti glielo chiedesse. Tardi ormai per tornare sui suoi passi, ma forse, col senno di poi, si è capito che non tutte le colpe erano sue. Certo la miriade di infortuni che aveva colpito tutti i giocatori, non poteva essere un caso o tutta colpa del mondiale e dell'età dei nostri top player. Anche lui ci avrà messo (tanto) del suo. Ma sulla mancanza di acquisti, nulla gli può essere rinfacciato.Magari in ottica FPF, l'anno scorso non sono state trovate le occasioni giuse come quelle di quest'anno (Forlan e Zarate su tutti). E magari le sue richieste saranno state un pò troppo esose, vedi Sanchez, Jovetic o Mascherano. Ma di certo qualcuno andava acquistato. Cosi come fatto con Pazzini, Ranocchia e Nagatomo, che se fossero arrivati a Settembre e non a Gennaio, forse avrebbero potuto dare un'impronta diversa all'intero campionato, evitando di perdere punti con le cosiddette piccole come Lecce, Chievo e compagnia bella.Infine quella frecciatina a Materazzi, sul suo scarso impegno durante le partite. Perchè lanciare la pietra e nascondere la mano senza raccontare tutto? Cosa vuol dirci Benitez? Forse che Materazzi non era infortunato durante la tragicomica trasferta di Brema, e che si era risparmiato per poi pensare di giocare almeno una gara nel 'Campionato del Mondo per club' contro ad esempio i non irreprensibili avversari del Seongnam? Questo non ci è dato sapere.Se non manca una cosa a mister Benitez è proprio quella di parlare chiaro e in faccia, caratteristica che oggi nel mondo del calcio pare non esserci. Allora avanti cosi Benitez, coi tuoi pregi e i tuoi difetti, ti auguriamo di tornare presto nel calcio che conta, magari non sul luogo del delitto, quel San Siro che l'anno scorso è stata fonte di tanti dolori e poche gioie.
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